Il Cav. è tornato

redazione

Il presidente Berlusconi è atterrato a Ciampino per le consultazioni con Draghi. Tra il buen retiro in Provenza e la villa in Sardegna (dove si era ammalato di Covid), mancava dalla capitale da un anno

Il Cav. è tornato a Roma. Dall'ultima volta che c'era stato, circa un anno fa, v'è stata di mezzo una pandemia (costata a Berlusconi stesso un'infezione al Covid), la vendita della storica residenza di Palazzo Grazioli, un cambio di governo che ora lo rimette in campo come leader della destra moderata (nonostante la mossa del cavallo salviniana e i dietrofront degli ultimi giorni). Un anno di stravolgimenti che in larga parte ha osservato dal buen retiro della Provenza, da quella proprietà familiare vicino Nizza da cui pure ha saputo leggere il cambio d'epoca che nel frattempo scorreva tutto attorno. 

 

 

Si era già pensato di allestire un'accoglienza a modo, per il ritorno del Cav., che dopo l'incarico a Draghi sembrava cosa imminente, fissato per la prima visita della delegazione di Forza Italia all'ex presidente della Bce, lo scorso sabato. Poi però era arrivato il colloquio con cui Berlusconi si scusava, chiariva che non ce l'avrebbe fatta, preferiva rifiatare. Del resto poco meno di un mese fa era stato ricoverato a Montecarlo per un problema cardiaco, consigliato dallo storico medico di fiducia Alberto Zangrillo. Lo stesso che lo ha tenuto in osservazione quando, era settembre, si è ammalato di Covid dopo aver trascorso le vacanze a Villa Certosa, in Sardegna (permanenza che è costata una diffusione del virus che ha coinvolto tutta la famiglia allargata).

 

"Non credevo di farcela", confessò il Cav. dopo la convalescenza, l'isolamento dagli affetti, l'accertamento della negativizzazione. E però anche con gli schiaffi di un corpo che gli presenta il conto degli anni, solo grazie al suo intuito, forse, il niet del centrodestra a guida leghista si è trasformato in attendismo, poi addirittura in europeismo convinto. Ché anche nelle settimane d'interdizione sanitaria si spendeva a intervenire, da remoto, nelle assemblee di Forza Italia. Rilasciava note, interviste. Con il preciso intento, mentre la vecchia maggioranza andava frantumandosi, di incuneare nella crisi una formula di compromesso: Ursula. Un modello cui forse nessuna credeva quanto lui (per non dire dell'attività di persuasione condotta in proprio nei confronti dei parlamentari dubbiosi, come Luigi Vitali, che minacciavano di andare a infoltire la pattuglia di responsabili contiani). 

 

Adesso torna, finalmente, atterrando con il jet privato all'aeroporto di Ciampino. E il mondo attorno sarà pure tutto cambiato. Ciò che non sembra cambiare è lui e la sua voglia di ridiscendere eternamente in campo. 

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