Un trasformismo superlativo dietro al paese che amiamo
Evviva le convergenze e i compromessi che trasformano il regime repubblicano, senza romperlo
Trasformismo che non direi nemmeno buono, ma ottimo, perfino superlativo. Nelle consultazioni e nei negoziati che porteranno con ogni probabilità alla formazione di un governo e alla fiducia delle Camere, dunque un governo politico e parlamentare, guidato da Mario Draghi, si mostrerà ancora una volta il lato migliore delle istituzioni italiane intese come sistema, come prassi. I commentatori anglosassoni, inglesi e tedeschi, che abitano il cuore d’Europa e sono (usiamo subito una parola draghesca) la constituency naturale dell’ex presidente della Banca centrale, avranno modo di notare qualcosa che sfugge ai commentatori moralistici e impolitici del nostro giro culturale: la Costituzione scritta del 1948 ha sempre permesso, e tuttora consente, un grado di instabilità altissimo, pari però soltanto al grado di flessibilità, anch’esso stellare. La Costituzione materiale, cioè l’uso politico che diviene costume e abito paragiuridico del sistema, riflette questa flessibilità feconda, capace di trasformare il regime repubblicano senza romperlo, di trasformare partiti e movimenti, formule di compromesso e di avanzamento, diverse soluzioni di governo fissate o scelte dalla rappresentanza anche quando imposte dalle situazioni di necessità e dalla tutela creativa del capo dello stato, anche lui un eletto della rappresentanza parlamentare.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.