Il fattore “F” ( Fofò)
Tutti i guai di Conte passano da lui. L’ultima di Bonafede è che mercoledì potrebbe causare la caduta del governo
Dicono che Conte per un attimo (ma solo un attimo) abbia addirittura pensato alle dimissioni, pur di evitare che il suo amico Alfonso mercoledì arrivi in Senato a parlare di Giustizia provocando la slavina definitiva. In Aula. “Dio ce ne scampi. Non sopravviveremmo”. E nel pronunciare queste parole a Palazzo Chigi mettono su lo sguardo che devono avere i vitelli in procinto d’essere sospinti sul treno diretto al mattatoio. Pure i grillini della commissione Giustizia tremano all’idea di Bonafede che spiega e sottopone al voto dell’Aula il suo programma sulla Giustizia. “Ma non si può rinviare?”, chiedono. Occhi a palla. Sudore freddo. Sguardi cosmici. “Magari lo sostituissero”, era d’altra parte l’auspicio del capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli, appena qualche mese fa. A maggio era ancora possibile. Quasi senza conseguenze. Ma Conte non volle. Chissà se ora se n’è pentito.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.