Chi è Ciampolillo, l'eroe “Xylella e sapone” che ha salvato Conte

Per Renzi e la Lega è ministro in pectore all'Agricoltura

Michele De Feudis

Dipendente Telecom, è stato attivo nel sindacato di destra Ugl. Eletto nel 2013 con i 5S, è stato rieletto nel 2018 e poi espulso per la querelle rimborsi. Protagonista di un presunto conflitto di interessi (aveva partecipazioni in Radio locali, ma era componente della Vigilanza a Palazzo Madama): risolse tutto cedendo le quote alla madre

Tutte le strade dell’ultima crisi di governo portano alla Puglia. Da Volturara Appula del professor Giuseppe Conte alla Bari di Lello Ciampollilo, novello eroe “Xylella e sapone”. Il politico barese per poter votare - con il placet della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati - ha tenuto con il fiato sospeso per interminabili attimi mondo politico e cittadini ansiosi di conoscere l’esito della conta, salvo essere riammesso con l’adozione del Var. Ormai è quasi un ologramma, citato da “Le Monde” come salvatore della patria contiana insieme al socialista Riccardo Nencini: in mezza giornata è diventato protagonista di decine e decine di meme che ne canzonano il ruolo di smarrita stampella della maggioranza giallo-rosé e provano a smontare sul nascere le sue possibili ambizioni per un posto di governo.

 

Matteo Renzi, ospite di Bruno Vespa, ha maramaldeggiato così: “C’è ormai il governo Conte-Mastella-Ciampolillo”, declamando le performance del senatore barese a difesa degli ulivi malati di Xylella. Qualche mese fa, infatti, l’esponente eletto nei 5S, si fece donare in comodato da un agricoltore di Cisternino un albero malato per evitarne, con l’espediente dell’immunità parlamentare, l’eradicazione - stabilita da norme nazionali e europee - in nome di una visione antiscientista. Il leader di Italia Viva ha ricordato che “Ciampolillo voleva combattere la Xylella con il sapone” ottenendo per l’eterogenesi dei fini che la sua invettiva diventasse una investitura come successore di Teresa Bellanova al Ministero dell’Agricoltura. E poche ore dopo il voto in Senato, nella chat di Italia Viva, Renzi è tornato sull’argomento. “Teresa, te lo immagini Ciampolillo a pulire gli ulivi con il sapone?”. Salace la risposta della Bellanova: “Magari arriva anche Michele Emiliano che porta pure gli asciugamani…”. Qui l’ex ministro colpisce anche il governatore pugliese, vicino al premier Conte e “costruttore” in Puglia della prima giunta regionale d’Italia Pd-5S. Ma contro Ciampolillo si scagliano adesso tutti mentre il presidente nazionale degli arbitri Marcello Nicchi, arriva ad un inevitabile elogio del Var ciampolilliano: “Ben venga se, grazie alla tecnologia, si evitano degli errori sia in campo che nell’aula del Senato”.

 

Ma chi è Lello Ciampolillo? Nel capoluogo regionale era conosciuto soprattutto per essere co-proprietario di un network di radio locali. Per anni ha frequentato gli ambienti di Alleanza nazionale (a lungo partito-architrave in Puglia) al fine di chiedere al leader del tempo, il parlamentare Francesco Amoruso, un interessamento per risolvere il problema di una sovrapposizione di frequenze che penalizzava una sua emittente. Ma la pratica non andò mai a buon fine. Grillino della prima ora (fin dai pionieristici meetup), movimentista e sincero ambientalista, Ciampolillo fu eletto al Senato nel 2013. E subito divenne suo malgrado protagonista di uno dei primi casi di presunto conflitto di interessi nel M5S: scelse di far parte sia della commissione Trasporti e Comunicazioni che della Vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Un azzardo essendo titolare di quote di alcune radio (Radio Alta, Bari Radio Uno, Radio Terlizzi Stereo). Poi, con un colpo di teatro, per allontanare ogni sospetto, cedette le partecipazioni alla madre, difendendosi così: “Lavoro per la Telecom. Le radio? Solo un hobby”. Era intanto attivo nel mondo sindacale, con la sigla di destra dell’Ugl. Le cronache di quel periodo ricordano che le sue radio ottennero anche i finanziamenti pubblici, le stesse provvidenze ai media che i grillini duri e puri osteggiano e vogliono eliminare.

 

Nella stagione di massima crescita del M5S in Puglia, pur essendo considerato un fedelissimo di Luigi Di Maio (almeno fino al 2019), è entrato in attrito con il vertice del Movimento barese, duellando con il deputato Giuseppe Brescia, esponente dell’ala vicina a Roberto Fico, nonché presidente della commissione Affari istituzionali, e con la pasionaria Antonella Laricchia

 

Il suo percorso politico - lungo il quale è stato espulso dal M5S per la querelle sui mancati rimborsi - è segnato soprattutto da due battaglie: contro le eradicazioni degli ulivi malati per la peste batterica; e per la legalizzazione della cannabis terapeutica. Contro i tagli degli alberi infetti, in una conferenza stampa a Roma, propose rimedi alternativi discutibili: “Dal metodo Scortichini che usa rame e zinco a un particolare tipo di sapone che serve a lavare gli ulivi”, alle onde elettromagnetiche (“I batteri colpiti da onde a bassa frequenza sono risultati poi al microscopio elettronico piegati e esplosi”). Ovviamente queste posizioni fecero inorridire il Cnr, che considera le eradicazioni l’unico antidoto al diffondersi della Xylella, ora arrivata dal Salento fino a Canosa. 

 

Nel febbraio scorso - dopo varie proposte di legge pro legalizzazione delle droghe leggere - inviò una accorata lettera al ministro della Salute Roberto Speranza: “Caro Ministro, ti scrivo per suggerire il fiore di Cannabis terapeutica quale possibile antidoto al Coronavirus. La vaporizzazione del fiore di cannabis terapeutica ha già dato effetti straordinariamente positivi per i problemi dell'apparato respiratorio di pazienti terminali”. Sui social ha esternato anche con l’hashtag #freevax e sulle protezioni anti Covid: “Le mascherine servono solo a fermare l’influenza, non il coronavirus. Ma non vi sentite presi in giro?”.

 

Ciampolillo adesso per Renzi e tutta la Lega è ministro dell’Agricoltura in pectore. Ma, forse, novello Cincinnato dopo la battaglia di Palazzo Madama al fianco di Giuseppe Conte, ha già voglia di ritirarsi nelle campagne pugliesi per sperimentare cure poco ortodosse per gli ulivi.

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