Lo stucchevole minuetto intorno al Campidoglio
Candidarsi a sindaco di Roma? Giorgia Meloni non vuole nemmeno sentirne parlare, e lo stesso vale per Zingaretti. E’ vero, il ruolo fa paura, ma i rischi sono la misura del successo, in politica e nella vita pubblica
Continua a stupirmi il minuetto intorno a Roma, alla carica di sindaco: prima lei, no, grazie, prima lei. Prendiamo Giorgia Meloni. Non vuole sentirne nemmeno parlare. I suoi dicono che candidarsi al Campidoglio, per la segretaria del raggruppamento di destra, sarebbe “un gran favore a Salvini, povero cocco”. Il primato eventuale su un centrodestra eventuale, doppia eventualità, sarebbe nel cursus honorum di Meloni un gradino assai superiore a quello di governare la Capitale. Mi permetto di dubitarne. Giorgia Meloni è piazzata così così per una corsa incerta a quel primato politico-elettorale, la cui data di scadenza è il 2023, salvo cataclismi. Invece Roma è per la primavera prossima, in un tempo politico favorevole a una donna-sindaco che molto probabilmente avrebbe i voti per prevalere e di romanità popolare è intrisa. Lo stesso vale per Nicola Zingaretti, il segretario del Pd. E’ stato commissionato e poi più o meno secretato un sondaggio che lo dà papabile per Roma. Pare non voglia nemmeno saperne.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.