Spiegare, persuadere. I doveri di un'autorità a legittimazione flebile
La tutela della salute pubblica e le proibizioni tassative, intrusive, esistenziali, e i divieti che si rincorrono da una fonte di decisione oggi frammentata. Bisogna mantenere una grandissima calma
Lasciamo da parte quatto camorristi e turbolenti che si accaniscono sui cassonetti nella notte a Napoli, e veniamo al dunque. Mai nell’arco delle nostre vite, boomer e millennial e non so più cosa confusi, mai abbiamo incontrato quella speciale declinazione dell’autorità che è la proibizione tassativa, intrusiva, esistenziale. Lasciamo stare la metafora del semaforo rosso che è sciatta: qui non si evita lo scontro, si vieta l’incontro. Lasciamo stare. Qui non si dice solo cosa devi fare per strada o in luoghi pubblici, si danno indicazioni rigorose sui contatti perfino in casa; qui non si mettono imposte e gabelle, si chiudono attività, si mette fuorilegge il lavoro, forse la scuola; eccetera. La rivolta è nelle cose, l’insubordinazione è istintuale, la parola coprifuoco sembra fatta per la violazione. La procedura selettiva, poi, è una rappresentazione canonica dell’ingiustizia o una sua efficace simulazione: un conto è dire tutti a casa per fermare il drago, un conto è dire tu sì tu no, questo si può fare e questo no, il tutto senza un orizzonte, senza che si intraveda la fine dell’incubo se non in modo nebuloso.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.