La libertà – ha detto ieri con saggezza Sergio Mattarella – non è un fatto esclusivamente individuale, ma si realizza insieme agli altri, richiedendo responsabilità e collaborazione”. Il manifesto contro i finti nemici della libertà in fondo è tutto qui: proteggersi per essere più liberi
Uno dei tradizionali pregi della campagna elettorale americana, pregio che si conferma anche quando le campagne elettorali sono particolarmente oscene, è quello di riuscire a illuminare con chiarezza quali sono le nuove fratture del mondo, quali sono i punti di divisione delle culture politiche e quali sono i temi in grado di accendere il dibattito tra leadership di colore differente. Nel caso specifico, il terreno politico scelto da Donald Trump per sfidare Joe Biden nell’ultimo miglio della campagna elettorale – io, Trump, di fronte al Covid rappresento la libertà; tu, Biden, di fronte al Covid rappresenti la paura – è molto utile da approfondire perché ci permette di affrontare un tema che da qualche tempo a questa parte inizia con insistenza a campeggiare anche all’interno del dibattito pubblico italiano. E il tema fatto proprio dai trumpiani d’Italia è grosso modo questo: esiste una dottrina politica impregnata di statalismo che punta in modo spietato a imporre una dittatura delle mascherine; che sposa con eccitazione l’ideologia dei lockdown e che cerca scientificamente di sovrastimare i rischi del Covid-19 per controllare meglio i cittadini rendendoli progressivamente sempre più sudditi dello stato.
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