Chiamarli negazionisti è forse un po’ troppo perché non basta comportarsi da cazzoni per poter essere considerati dei propalatori di bufale, dei diffusori di menzogne, dei megafoni di sciocchezze scientifiche e verità alternative. Chiamarli negazionisti è forse un po’ troppo. Ma allo stesso tempo chiamarli menefreghisti è forse troppo poco. Perché dietro all’idea di mostrare la propria virilità politica rifiutandosi di utilizzare la mascherina – come ha fatto Matteo Salvini due giorni fa a un convegno sul coronavirus, in cui ha sostenuto che il virus sia stato utilizzato dalla Cina per indebolire paesi come l’Italia e per permettere ai comunisti cinesi di poter acquistare sottocosto i gioielli del nostro paese – non c’è solo un atteggiamento irresponsabile ma c’è un filone di pensiero, dai tratti eversivi, che avrebbe persino un suo interesse culturale se fosse qualcosa di diverso da una semplice e poco seria strategia dettata da puro opportunismo politico.
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