Cari cialtro libertari giù la mascherina
Indossare la mascherina non è un cedimento al politicamente corretto ma è il segno di un impegno condiviso oltre che un atto d’amore. Salvini e gli stati d’emergenza. Come vaccinarsi dai finti difensori della libertà
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Stop, cari cialtrolibertari
Chiamarli negazionisti è forse un po’ troppo perché non basta comportarsi da cazzoni per poter essere considerati dei propalatori di bufale, dei diffusori di menzogne, dei megafoni di sciocchezze scientifiche e verità alternative. Chiamarli negazionisti è forse un po’ troppo. Ma allo stesso tempo chiamarli menefreghisti è forse troppo poco. Perché dietro all’idea di mostrare la propria virilità politica rifiutandosi di utilizzare la mascherina – come ha fatto Matteo Salvini due giorni fa a un convegno sul coronavirus, in cui ha sostenuto che il virus sia stato utilizzato dalla Cina per indebolire paesi come l’Italia e per permettere ai comunisti cinesi di poter acquistare sottocosto i gioielli del nostro paese – non c’è solo un atteggiamento irresponsabile ma c’è un filone di pensiero, dai tratti eversivi, che avrebbe persino un suo interesse culturale se fosse qualcosa di diverso da una semplice e poco seria strategia dettata da puro opportunismo politico.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.