Evviva il modello Treviso

Redazione

Dribblare la burocrazia, sui tavolini, fidandosi di una email. Esempi da esportare

Lui si chiama Mario Conte. Il nome e il cognome, mischiandoli, di due recenti presidenti del consiglio, entrambi trovati un po’ per caso ed entrambi chiamati a misurarsi con crisi di portata storica. Fa il sindaco di Treviso e sembra un giovane leghista veneto di successo come altri. Ma ci interessa in modo speciale perché ha preso una decisione da cui molti suoi colleghi sindaci potrebbero trarre utile esempio. Prima di tutto, forse favorito dal tessuto sociale della città e dal forte grado di controllo spontaneo dell’illegalità, ha deciso di fidarsi dei suoi concittadini. Poi ha tradotto questa fiducia in un provvedimento, e ha stabilito che i bar e i ristoranti che intendano ampliare il loro spazio di occupazione esterno dovranno solo premurarsi di mandare una email al comune con un disegno abbozzato dell’area aggiuntiva che intendono occupare. Mandata la email resta solo da mettersi a sistemare i coperti. Mentre chi non aveva tavoli fuori ovvero chi non aveva il plateatico, come da definizione normativa, potrà piazzarne qualcuno chiedendo l’autorizzazione all’occupazione e ricevendo, secondo tassativo impegno comunale, risposta in tre giorni.

 

Chiaro che si lavora sulla fiducia. Il comune lascia passare le richieste purché non siano assurde (occupare tutta piazza dei Signori, quella del film di Pietro Germi, per capirci, o bloccare le strade di scorrimento) e, appunto, dà preventivamente fiducia ai suoi imprenditori, contando sul fatto che le richieste siano ragionevoli e proporzionate.

 

Ci avranno certamente pensato anche altrove, ma l’iniziativa di Treviso valga comunque da modello per i tanti che tuttora si stanno perdendo tra regolamenti e autorizzazioni da preparare. Non perché semplicemente taglia un onere burocratico, ma perché crea un legame fiduciario e di rispetto reciproco tra cittadini e amministrazione. Puoi fare ciò che è ragionevole e utile per il tuo lavoro, noi ci premuriamo di controllare. E il limite all’espansionismo del plateatico, semmai, lo stabilirà il ristorante confinante, si spera civilmente. Fidarsi, controllare, non imporre passaggi che creano solo poteri di interdizione. Tre regole semplici, da segnalare anche al Conte, Giuseppe, che sta a Palazzo Chigi.

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