Il vero dissesto sono i grillini

Salvatore Merlo

L’Italia frana e si allaga, Di Maio cerca colpevoli ma si dimentica di Costa. Nel luglio del 2018 il M5s ha cancellato la task force sul dissesto idrogeologico, a novembre ha pure rifiutato 800 milioni di prestiti Ue

Roma. A luglio del 2018 il Movimento 5 stelle ha cancellato la Struttura di missione sul dissesto idrogeologico, cioè il dipartimento che si occupava di coordinare gli interventi urgenti su un territorio, quello italiano, ormai considerato fragilissimo come dimostrano purtroppo anche le cronache di queste ore: frane, esondazioni, alluvioni, terremoti. Poi, a novembre del 2018, ecco che Sergio Costa, il generale della Guardia forestale che il M5s ha proiettato alla guida del ministero dell’Ambiente, ha persino rifiutato i prestiti agevolati della Banca europea degli investimenti: circa ottocento milioni di euro, una cifra colossale, per interventi di messa in sicurezza e prevenzione concentrati soprattutto al centro-nord, dunque anche in Liguria. Fondi che sono ancora bloccati, malgrado Giuseppe Conte avesse poi timidamente ammesso che “sì, in effetti sarebbero utili”.

 

Ci sarebbe insomma già abbastanza per coltivare una certa irritazione e farsi anche parecchie domande su questa classe dirigente di vanfanculotti, se non fosse che domenica sera, dopo che a Savona una frana provocata dalla pioggia ha investito e fatto crollare un viadotto sulla A6, è intervenuto anche Luigi Di Maio. “Vedere un altro ponte crollare nella stessa regione dove è crollato il ponte Morandi continua ad avvalorare la nostra tesi”, ha detto: “E cioè che questi concessionari autostradali, che non manutengono ponti e strade, non devono avere più le concessioni”.

 

Dunque una montagna crolla, questa montagna travolge un pezzo di autostrada, quasi provoca una strage, e anziché riflettere sulle ragioni per le quali l’Italia è un paese che ogni anno viene giù alle prime piogge autunnali, questo ex studente fuoricorso, divenuto per irripetibile congiunzione astrale ministro, coglie la palla al balzo per annunciare punizioni e frustate a chiunque tranne che a se stesso.

 

Ma la task force “Italia sicura” chi l’ha cancellata? E i concessionari autostradali hanno in concessione la A6 o la montagna che sovrasta l’autostrada? E i circa ottocento milioni di prestiti europei che il governo Gentiloni aveva ottenuto per evitare le frane, chi li tiene bloccati? Li hanno rifiutati quelli che oggi, al governo, anziché tacere o darsi da fare, confermano di essere disinteressati alla risoluzione dei problemi e alla comprensione dei fenomeni.

 

Quella di Di Maio è infatti un’attività forsennata nella quale si misura più che altro la tragedia del M5s, un gruppo di persone che pur di rimanere aggrappate al loro declinante consenso tenta di spostare il piano dell’attenzione invitando le masse ad allestire patiboli. “E’ colpa degli altri”, ripetono questi Unni e Lanzichenecchi grillini, mentre si aggirano tra rovine fumanti da loro stessi provocate.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.