Andrea Orlando, Maurizio Martina, Nicola Zingaretti, Paola De Micheli e Paolo Gentiloni all'Assemblea nazionale del Pd (Foto LaPresse)

Orlando e De Micheli vicesegretari del Pd. E i renziani insorgono

David Allegranti

La minoranza non ha gradito le nomine. "Ma quale unità, il segretario che vince sceglie la sua squadra", dice Luciano Nobili 

Roma. Andrea Orlando e Paola De Micheli sono stati nominati oggi vicesegretari del Pd. Due nomine che non sono piaciute alla minoranza del partito. “Il campo largo vantato da Zingaretti durante le primarie, con le nuove nomine si è trasformato in un campo molto stretto”, dice il senatore Salvatore Margiotta. Le critiche arrivano anche da Base Riformista, la nuova area di Lotti-Guerini: “La gestione unitaria promessa, evidentemente, non c'è più. Il segretario deve aver cambiato idea…”, dicono i parlamentari che fanno capo a Luca Lotti e Lorenzo Guerini. “Nessuno stupore rispetto alla scelta di Zingaretti di indicare due vicesegretari espressione della sua mozione, che ha vinto il congresso. È vero, Zingaretti aveva promesso unità, ma le sue scelte non stupiscono: il segretario che vince sceglie la sua squadra, è una sua prerogativa”, dice Luciano Nobili di “Sempre avanti”, la corrente che fa riferimento a Roberto Giachetti.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.