Screenshotta il bonifico

Il blog, lo streaming, l’account Facebook. La politica immateriale dei grillini s’incarta sul denaro

Roma. Era inevitabile che un partito nato da un blog e che ha teorizzato lo streaming della politica minuto per minuto (questo proposito iniziale è stato poi abbandonato, chissà perché) e che di recente ha fatto le sue liste elettorali grazie a una piattaforma online – che faceva acqua da tutte le parti, come il Foglio ha raccontato – cadesse infine sugli screenshot, ovvero sulle foto dei presunti bonifici per restituire i soldi pubblici.

  

   

Dopo l’immagine, gli onorevoli annullavano l’operazione bancaria e si riprendevano tutto. Alla fine sono stati inchiodati da un servizio che non poteva essere trasmesso in tv, ma su internet sì – di nuovo – perché la legge non esclude la diffusione in rete, che a ben vedere è pure peggio perché puoi vederti il filmato quando vuoi. E non meraviglia che i disonesti pescati con le mani nel sacco abbiano eliminato i loro account Facebook, che nel loro mondo un po’ ridicolo e un po’ terribilmente serio equivale a entrare in latitanza.

 

Hai voglia adesso per i fan dei Cinque stelle a trovare giustificazioni su Twitter. A furia di sperimentare la politica dell’immateriale e le infinite possibilità del web il movimento di Luigi Di Maio sta assomigliando sempre di più a una boutade del Lercio, il sito che a furia di fare humor devastante dice più di mille trattati: “Attivista 5s lascia la politica: ‘Mi si è rotto il computer’”.

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