Davide Casaleggio in una slide di presentazione della piattaforma Rousseau

Cosa insegna l'attacco hacker a Rousseau

Luciano Capone

Le ripetute violazioni non sono una semplice figuraccia per la Casaleggio Associati, ma indicano qualcosa di più sulla natura proprietaria del Movimento 5 Stelle

Roma. “L’attacco hacker subito da Rousseau di cui si parla oggi, in realtà è avvenuto all’interno del vecchio sito. La nuova versione di Rousseau, come spiegato anche dallo stesso hacker, non presenta più la vulnerabilità segnalata”, ha sentenziato il Sacro blog, dopo che un hacker si è intrufolato – in maniera anche abbastanza semplice, ha spiegato – in Rousseau, la piattaforma per la democrazia diretta del M5s, entrando negli archivi che custodiscono le password degli iscritti, i loro indirizzi mail, tutti i loro dati e anche le votazioni.

 

Uno smacco per la Casaleggio Associati. Ma subito sono arrivate le rassicurazioni dell’Associazione Rousseau (che poi sarebbe sempre Casaleggio): “Sono già state messe in atto tutte le azioni necessarie per impedire il ripetersi di intrusioni informatiche come questa”. Neppure il tempo di tranquillizzare tutti sulla solidità dell’infrastruttura informatica del partito, che arriva un nuovo attacco. Un altro hacker – stavolta più cattivo del precedente, autore solo di un’azione dimostrativa – ha pubblicato sulla rete i dettagli di una nuova violazione molto più intrusiva nel sistema Rousseau: dati degli utenti, codici fiscali, nomi e cognomi, numeri di telefono, donazioni effettuate e anche votazioni.

 

 

Le ripetute violazioni non sono una semplice figuraccia per la Casaleggio Associati, ma indicano qualcosa di più sulla natura proprietaria del partito. Inizialmente, per esercitare la mitica “democrazia diretta” il M5s aveva iniziato ad adoperare la piattaforma Liquid Feedback, che è un software open source, ovvero aperto e controllabile da tutti ma dominabile da nessuno. Una filosofia perfettamente coincidente con le idee dell’“uno vale uno” e della rete libera sempre esposte dal guru.

 

Ma perché la Casaleggio Associati, che in fondo è una semplice società di marketing e non una software house, anziché prendere Liquid Feedback che era aperto, gratuito e più sicuro, a un certo punto si è fatta un software proprietario più costoso e fragile, assumendosi anche la responsabilità della custodia dei dati? Qual è il vantaggio di Rousseau? Semplicemente il controllo assoluto e insindacabile sugli iscritti e su tutte le procedure, tra cui ovviamente le votazioni. Le potenzialità e i rischi di uno strumento del genere erano descritti proprio in un post del Sacro blog : “Lo spoglio e il voto elettronico sono un temibile inganno e ogni associazione di cittadini dovrebbe vigilare perché non venga attuato. – diceva nel 2014 il sito di Beppe Grillo – In pratica favorisce il broglio e contemporaneamente ostacola i meccanismi di controllo”. E’ ciò che hanno spiegato adesso, a modo loro, gli hacker.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali