Renzi, di' qualcosa di renziano

Redazione

Persino i grillozzi hanno un loro scombiccherato ma chiaro programma

Viene voglia di parafrasare Nanni Moretti, “Renzi di’ qualcosa di renziano… Renzi, di’ qualcosa”. La setta dei grillozzi, come li chiama Giuliano Ferrara, ripete infinitamente e ossessivamente tre parole: “Reddito di cittadinanza”. Fa ridere? Sì. È possibile? No. Però è un’idea, per quanto scombiccherata. È qualcosa. Persino Matteo Salvini, che ambiva a ridisegnare le mappe d’Europa con Marine Le Pen, malgrado gli schiaffoni, ha una sua identità: flat tax al 15 per cento, basta euro e ruspa sugli immigrati. Ha senso? Poco. Funziona? Abbastanza. Come funziona pure il pacchetto di Silvio Berlusconi: partito animalista, più pensioni e dentiere, meno tasse e Marchionne premier. Ognuno ha la sua offerta chiara. E gli elettori sanno perché votarla (o perché non votarla). Ma Renzi, invece, cosa propone? Qual è il suo messaggio? Il segretario del Pd fa probabilmente bene a non parlare di coalizioni e alleanze, come piace alla sinistra sconfitta. Ma allora tiri fuori qualcosa di nuovo e di chiaro sull’Italia e sull’Europa. Massimo Recalcati, che è uno psicoanalista e suo ascoltato consigliere, l’avrà certo aiutato ad analizzare la sconfitta del 4 dicembre. È d’altra parte importante credere in se stessi per trasmettere fiducia e comunicare un messaggio agli elettori. Ma per trasmettere un messaggio bisogna avere prima di tutto un pensiero, una visione della società e del suo futuro. Ed elaborare un programma conseguente. Magari circondandosi di economisti, giuristi, tecnici, persone capaci di rispondere alla complessità con soluzioni semplici ma non semplicistiche. Non si tratta di nulla di nuovo per Renzi, si tratta di fare come ai tempi delle prime Leopolde. Si tratta di fare (e dire) qualcosa di renziano.