Matteo Renzi (foto LaPresse)

"Aiutiamoli a casa loro", l'immigrazione secondo Matteo (non Salvini)

David Allegranti

L'ex premier propone nel suo libro il numero chiuso sui migranti. "Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro”

Roma. “Dobbiamo avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi”. La svolta di Matteo Renzi sull’immigrazione, già anticipata durante la direzione nazionale del Pd giovedì scorso, di cui il Foglio ha dato conto ieri, è contenuta nel nuovo libro, in uscita mercoledì 12 luglio, “Avanti” (Feltrinelli). “Se qualcuno – scrive il segretario del Pd – rischia di affogare in mare, è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Cominciando, nel contempo, a bloccare lo squallido business delle partenze e il racket che gestisce il flusso dei disperati che si accalcano su un gommone nelle notti libiche alla volta dell’Europa. Ma non possiamo accoglierli tutti noi. E aver accettato i due regolamenti di Dublino, come hanno fatto gli esecutivi italiani del 2003 e del 2013, ̀è stato un errore clamoroso”. Insomma, aggiunge Renzi, “vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò  avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico. Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro”.

  

Vanno proprio aiutati a casa loro, ripete Renzi, recuperando un lessico caro a un altro Matteo, Salvini. Tant’è che il segretario leghista lo rivendica: “Numero chiuso per gli immigrati, non possiamo accogliere tutti: ma come, perché se lo chiedo io sono razzista?”. La frase di Renzi è stata trasformata anche in una ‘cartolina’ su Facebook, ma poi è stata tolta dopo le reazioni negative di parecchi elettori del Pd. “Da un Matteo all’altro a volte il passo è più breve di quello che sembra”, dice Nicola  Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana. “La  verità è che Renzi, il suo partito e il suo governo reagiscono alla disfatta dei ballottaggi per le elezioni amministrative inseguendo la Lega e il Movimento 5 Stelle sul peggior terreno possibile: quello della retorica xenofoba ‘dell’aiutiamoli a casa loro’”. Renzi, dice l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, “si scopre improvvisamente di destra, facendo propri i nostri slogan sull’immigrazione. Dimentica pero il fatto che l’invasione che affligge il nostro Paese è soprattutto causa sua e delle leggi approvate anche dal suo governo”.

    

  

Nel suo libro Renzi propone il numero chiuso per i migranti:

 

“Perché l’immigrazione indiscriminata è un rischio - scrive - che non possiamo correre. Sostenere la necessità di controllare le frontiere non è un atto razzista, ma un dovere politico: come nota Régis Debray in un suo testo di qualche anno fa, Elogio delle frontiere, ‘Una frontiera riconosciuta è il miglior vaccino contro l’epidemia dei muri’. Ed è evidente che occorre stabilire un tetto massimo di migranti, un ‘numero chiuso’, che, in relazione alle capacità del sistema paese di valorizzare e integrare in maniera diffusa, nel rispetto della sicurezza e della legalità, consenta un’accoglienza positiva e sostenibile”. 


C’è bisogno di regolare gli accessi all’Italia, dice il segretario del Pd, imprimendo una svolta notevole per il maggior partito di centrosinistra: “Il controllo dell’immigrazione – scrive l’ex presidente del Consiglio – non è un atto di razzismo, ma di ragionevolezza. Accanto a questo elemento di semplice buon senso – che cozza con il buonismo filosofico e con l’utilitarismo universalista di certa classe dirigente e dei raffinati ‘ceti riflessivi’ di alcune redazioni – c’è un ulteriore tassello che si chiama identità. La parola ‘identità’ è una parola positiva, non negativa. Identità non è il contrario di integrazione: il contrario di integrazione è disintegrazione. Senza identità non è possibile alcuna apertura. Senza identità la contaminazione sarebbe semplicemente annullamento. Può dialogare, contaminare e farsi contaminare chi ha un’identità forte, della quale non si vergogna. Chi viene qui deve fare i conti con la nostra identità. Che è innanzitutto identità, culturale, civile, spirituale, sociale”.

 

  

Ma quando parliamo di immigrazione a cosa ci riferiamo? Alcuni  numeri aiutano a capire la dimensione del fenomeno migratorio in Italia. Non è certo un’“invasione”, come sostiene la Lega. Secondo uno studio dell’Ispi, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, gli sbarchi sono cresciuti da una media di 25 mila l’anno nel decennio 2004-2013 a 170 mila l’anno nel triennio 2014-2016. Nel primo semestre del 2017 c’è stato un incremento del 15 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tuttavia l’immigrazione netta (sbarchi sommati a immigrazione legale, ai quali però va tolto il numero dei migranti che lascia l’Italia) è calata a 305 mila persone nel triennio 2014-2016 rispetto alle 350 mila persone all’anno nel decennio precedente (2004-2013). Oltretutto, sono sempre di più gli stranieri che lasciano l’Italia: tra il 2010 e il 2016 il numero è raddoppiato e oggi sfiora le 150 mila persone. Non tutti però fanno il loro dovere: nel 2015 l’Unione europea aveva preso l’impegno di ricollocare 35 mila richiedenti asilo versi altri Stati membri dell’Ue entro il settembre 2017. Al 27 giugno, però, erano stati tuttavia ricollocati solo 7.277 richiedenti asilo. Pochissimi se confrontati con le 13.500 persone soccorse in mare ventiquattrore prima (26 giugno).

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.