Il non-governo Crocetta trasforma le elezioni a Palermo nel Truman show

Salvo Toscano

L'attore Francesco Benigno contro il candidato sindaco sovranista Ismaele La Vardera che ha trasformato la campagna elettorale in una sorta di reality

Palermo. E alla fine il Truman show irruppe in politica. Sotto le vesti di una “iena”, quell’Ismaele La Vardera, ragazzo dal ciuffo rosso poco più che ventenne, candidato sopra le righe di Salvini e Meloni alle amministrative di Palermo. Che a quanto pare aveva trasformato la campagna elettorale in una sorta di reality, filmando tutti i dietro le quinte per confezionare dopo il voto un prodotto televisivo sulla malconcia politica siciliana. Anche a insaputa dei suoi imbarazzatissimi (e ora infuriati) danti causa politici.

 

Il retroscena della vicenda pirandelliana s’è appreso con il più gustoso dei pirandellismi. A non digerire l’idea di essere finito suo malgrado in un film è stato proprio un attore, Francesco Benigno, irruento e indimenticato, almeno nella sua Palermo, protagonista di “Mery per sempre” e “Ragazzi fuori”, nonché candidato (deluso) proprio nella lista di La Vardera. Quando i due si sono ritrovati faccia a faccia l’altro ieri sera a Palermo ed è venuta fuori la storia delle liberatorie da firmare per le scene filmate a sorpresa, la vicenda sarebbe finita a spintoni con tanto di intervento dei carabinieri e capatina in ospedale per l’ex candidato. Una sceneggiata nella sceneggiata, sostiene Benigno, che afferma di non aver toccato il giovane giornalista. A cui però è stata riscontrata una cervicalgia da trauma al pronto soccorso.

 

 

E pure i leader “sovranisti” che si erano accodati al giovanotto con trascorsi nelle Iene non ci sono rimasti troppo bene. “Amareggiata” Giorgia Meloni, con i suoi Fratelli d’Italia che parlano di “squallido episodio”. Incredulo Matteo Salvini, che non rilascia dichiarazioni ufficiali ma fa filtrare il suo disappunto. Salvini che con La Vardera si fece vedere a Palermo per una passeggiata allo Zen e una mangiata di pane con la milza. Qualcuno già parla di azioni legali, ma certo i lepenisti nostrani (che a Palermo insieme a un altro movimento di centrodestra non sono andati oltre il due e mezzo per cento) pagano caro il prezzo dell’essersi affidati, nel nome dell’antipolitica, a un candidato per lo meno improvvisato. In una elezione in cui il voto d’apparato l’ha fatta da padrone, con l’ennesima riconferma dell’eterno Leoluca Orlando al primo turno e una valanga di voti ai ras delle preferenze, per lo più di provenienza destrorsa – anche se ben acquattati nelle liste civiche e progressiste del sindaco. Il cameraman che tampinava La Vardera praticamente h24 certo non era passato inosservato. E un indizio niente male sul documentario in progress lo si vide, facile col senno di poi notarlo, quando La Vardera tappezzò la città di manifesti monstre che facendo il verso alla locandina di un film annunciavano l’arrivo de “Il Sindaco” dal 12 giugno. A Palermo c’era persino chi aveva mangiato la foglia.

 

 

Il giovane Ismaele ammette che il documentario si farà ma liquida la vicenda con un molto rumore per nulla. “Durante questi mesi ho documentato la mia campagna elettorale e tutto quel che mi è successo. Che male c’è a rendere trasparente la politica?”, fa spallucce il giornalista pubblicista ventitreenne, ricordando che anche Macron ha ripreso tutta la sua campagna.

 

Sulla vicenda qualcuno ha visto lo zampino delle Iene. È stato lo stesso La Vardera, già collaboratore del programma di Italia uno, a raccontare che per il suo documentario è stato aiutato da Davide Parenti. Quelle Iene tra le quali ha militato anche Paul Baccaglini, il misterioso e giovanissimo acquirente del Palermo di Zamparini, dal quale una città intera attende trepidante notizie da un pezzo. E anche le Iene di Pif, che di recente ha vestito nella sua città i panni del masaniello sbraitando contro Rosario Crocetta al culmine di una clamorosa occupazione della presidenza della Regione, a capo di una rappresentanza di disabili non assistiti a dovere. E’ anche questa la Sicilia alla deriva dopo un quinquennio di non governo di Crocetta. Una Sicilia in cui i contorni della protesta e della politica sfumano da un pezzo nello spettacolo. Fino ad arrivare alla storia dell’inedito Truman show elettorale.