Legge elettorale, riparte lo scontro tra maggioritaristi e proporzionalisti. Storia di una commedia
Quasi pronto il testo base che verrà discusso in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Il Pd propone un Mattarellum corretto, M5s e Forza Italia dicono no
Il testo base è quasi pronto ma di certo l'avvio della discussione sulla nuova legge elettorale non poteva partire in modo peggiore. Il Pd ha lanciato la sua proposta. Accolta con entusiasmo dalla Lega. Solo dalla Lega. Sia Forza Italia che il M5s l'hanno bocciata. E il presidente della commissione Affari costituzionali e relatore della legge, Andrea Mazziotti (Civici e innovatori) non può far altro che prendere atto della situazione: “È chiaro che le posizioni dei partiti più grandi sono distanti, ma si deve lavorare per arrivare a un compromesso ragionevole e poi si lavorerà anche con gli emendamenti. Serve, quindi, un testo base che sposi al massimo le varie posizioni e poi vedremo”. L'iter è comunque fissato: il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le 10 di martedì 23 maggio; una settimana prima, il 16 maggio, la commissione adotterà e voterà il testo base. “Al momento - sottolinea Mazziotti - nessun gruppo in commissione ha chiesto un rinvio dell'approdo in Aula previsto per il 29 maggio”.
Ma quali sono le posizioni dei vari partiti?
Pd. Il partito di Matteo Renzi, come annunciato, ha chiesto che il testo base contenga dei correttivi maggioritari. L'ipotesi è quella di un Mattarellum “corretto”: un mix tra proporzionale e maggioritario con 50% liste corte proporzionali e 50% collegi
uninominali ed una scheda unica (non come nel modello tedesco che ne prevede due); la soglia di sbarramento sarà una media tra quelle attuali, il 3% alla Camera e l'8% al Senato, e dovrebbe essere il 5%.
In ogni caso il capogruppo Pd in commissione, Emanuele Fiano, assicura che i Democratici si rimetteranno “alle decisioni che prenderà il relatore” e non faranno ostruzionismo, “non ostacoleremo il percorso. Vogliamo dei correttivi maggioritari e per
senso delle istituzioni rispetteremo il testo base del relatore, ma ci terremo le mani libere di intervenire con emendamenti.
Forza Italia. Netto il no di Forza Italia che, dopo una riunione a palazzo Grazioli, dirama una nota di Silvio Berlusconi: “Occorre una legge elettorale che consenta un'effettiva corrispondenza fra il voto espresso dagli italiani e la rappresentanza in Parlamento, evitando correttivi maggioritari. Forza Italia ribadisce anche la necessità di leggi elettorali organiche, omogenee e fra loro coerenti, fra Camera e Senato, come più volte raccomandato dal Capo dello Stato. Forza Italia considera infine necessario che il rapporto fra elettori ed eletti sia garantito attraverso strumenti chiari e realmente efficaci, evitando in ogni
caso il ricorso al voto di preferenza”.
M5s. Anche il Movimento 5 Stelle è contrario alla proposta del Pd e con Danilo Toninelli rivolge nuovamente un appello ai Democratici affinché si apra un confronto per una legge elettorale che parta dall'attuale Italicum (il Legalicum come lo chiamano i grillini ndr) per apportare delle correzioni e poi estenderlo al Senato. Per Toninelli il testo presentato dal Pd è uguale al cosiddetto “Verdinellum” proposto da Denis Verdini. Un'analisi condivisa anche da Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Lega. Su posizioni diametralmente opposte il Carroccio che con il vicesegretario Giancarlo Giorgetti commenta: “Sulla legge elettorale siamo pronti a votare la proposta del Pd con il sistema da noi sempre sostenuto del Mattarellum con il 50 per cento di proporzionale e 50 di maggioritario. Siamo favorevoli anche a una soglia di sbarramento seria al 5 per cento”.
“La nostra priorità - aggiunge il responsabile della Lega sulla legge elettorale - è comunque sempre la stessa: andare al voto al più presto possibile, basta chiacchiere e perdite di tempo. In quest'ottica, rinnoviamo la disponibilità, in extremis, a votare anche un decreto sulla materia”.
Udc e Ap. Il capogruppo alla Camera di Alternativa Popolare Maurizio Lupi ribadisce che la proposta del suo partito “è l'estensione dell'Italicum al Senato, ma noi non ci leghiamo a formule. Vogliamo che si lavori per trovare una legge elettorale che veda la partecipazione di tutti. Se sarà l'Italicum o il tedesco proporzionale non ci interessa, ciò che ci interessa e' che ci siano dei principi su cui tutti siamo d'accordo”. Nello specifico: “Premio di governabilità, proporzionalità, sbarramento al 3% e la scelta diretta da parte dei cittadini dei loro parlamentari. Le formule, vedremo quelle migliori...”.
Mentre il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa chiede che la legge non si trasformi “in una trappola per i partiti minori. Un premio oltre il 40% è ragionevole e non a caso la Consulta si è espressa a favore. Ma il resto della legge deve essere proporzionale, non maggioritaria, così da rispettare la storia politica di questo paese. E devono esserci le preferenze”.
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