Beppe Grillo (foto di Triesteprima.it via Flickr)

Dietro il Beppe Grillo urlante spunta, sul blog, il “grillino riflessivo”

Marianna Rizzini

Quando l’attivista supera al centro il capo eruttante. Le reazioni al video postato da Grillo sotto il titolo “io dico No ai serial killer del futuro dei nostri figli”.

Roma. Urla che ti urla, rispondi che ti rispondi, insulta che ti insulta, succede che Beppe Grillo venga superato al centro non dalle forze politiche contro cui l’ex comico spara a tutto spiano (dal blog, da Twitter, dalle strade in cui gli capiti di incontrare qualche microfono), ma dagli attivisti a Cinque stelle stessi. Lo strano fenomeno – nascita e diffusione on line del grillino riflessivo – si è prodotto nelle ultime quarantotto ore, come reazione al video postato da Grillo sotto il titolo “io dico No ai serial killer del futuro dei nostri figli”, il post in cui il capo del M5s – che da giorni paragona l’Italia renziana a una dittatura alla Pinochet (e a Renzi che gli risponde invia l’epiteto di  “scrofa ferita”) – parla del voto come argine all’apocalissi: “Sono serial killer, questi qui attraverso questo involucro che hanno riempito di cazzate… Stanno espropriando il futuro, ma io me ne frego del mio futuro, ho 70 anni, ma stanno espropriando e rubando il futuro di vostro figlio, di vostro nipote… Le prime aziende del mondo non sono più petrolifere, sono aziende che mettono in contatto persone, sono Facebook sono Twitter, sono queste robe qui…”.

E insomma, a parte il fatto che Facebook e Twitter sono grandi veicoli di grillismo internettiano (dettagli?), succede che i grillini si rivelino non (come in passato) più grillini di Grillo, e dunque inclini a un “vaffa” più esarcebato del “vaffa” del capo. No, stavolta il grillino cerca di contenere Beppe, di renderlo digeribile non tanto ai cosiddetti “troll” che potrebbero insorgere contro di lui sul blog, ma alla platea di attivisti medesima. E, nella pletora di commenti, spuntano grillini che spiegano Grillo ad altri grillini, invitando direttamente il comico alla calma o parlando del famoso “merito”.

Ecco per esempio che “Teo” scrive: “Caro Beppe, smettila ti prego di andare allo scontro con il capo del Pd. Anzitutto perché ci porta male, in secondo luogo perché non devi prestarti al confronto con chi non è all’altezza dei tuoi princìpi… Siamo giunti a un punto delicato della campagna elettorale… il No dovrebbe avere la meglio… Non ripetere l’errore delle Politiche 2013, evita di personalizzare lo scontro”.

Scrive invece “Adriano2”, precursore di una non consueta (per il M5s) politica di alleanze, che “ormai non è più questione di Sì o No, ma molto dipende da noi, perché non dobbiamo mollare. Se vogliamo cambiare veramente questo paese, ci si dovrà impegnare molto e collaborare con tutte le persone che si mettono in gioco. Nel comitato del No ai quali partecipo, ci sono persone di tutte le provenienze (ex sinistre, M5s, Libera, Anpi, ecc) e funziona benissimo, perché tutti sono motivati e autofinanziati”.

“Eposmail” racconta poi di essere “appena tornato da una conferenza sul referendum”, organizzata nella sua città da “un costituzionalista docente universitario. Esposizione non schierata né da una parte né dall’altra, con individuazione degli aspetti positivi e negativi della riforma.  Devo ammettere che la situazione è molto, molto complessa”. E c’è anche chi, come “Flick”, in nome dell’onestà, tira fuori il punto dolente del giorno: “Grillo volevo farle sapere che io e la mia famiglia (al 99 per cento) abbiamo votato Cinque stelle… Perché ho pensato e penso che sarebbe stata una nuova visione della politica. Ora però bisogna parlare anche delle cose che remano contro i Cinque stelle: le firme di Palermo… Non sono falsificazioni che hanno cambiato i desideri dei cittadini, ma sono comunque errori”.

Ed è l’apoteosi dell’autocoscienza nonostante Grillo.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.