Beppe Grillo (foto LaPresse)

“Meglio essere infelici e non fare un ca**o tutta la vita”. Grillo spiega il reddito di cittadinanza

Redazione

Per il leader del M5s, per "rimettere al centro l'individuo invece che il mercato" bisogna lavorare meno, lavorare in pochi, ma guadagnare di più. La proposta di finanziare l'ozio: "Abbiamo il dovere di immaginarci un mondo in un altro modo che non sia quello del lavuràr, del lavuràr, del lavuràr".

Lunedì sera, a San Vincenzo, in Toscana, Beppe Grillo, durante il comizio con Alessandro Di Battista, ha spiegato bene il senso di una delle proposte chiave del Movimento 5 stelle: il reddito di cittadinanza, che consisterebbe nel garantire un sussidio a chi è disoccupato, inoccupato, pensionato o a basso reddito fino al raggiungimento della soglia di 780 euro al mese. Perché serve il reddito di cittadinanza? Perché non si può lavuràr così tanto. “Sta andando avanti – ha detto il comico genevose – una rivoluzione che noi non percepiamo perché ci siamo dentro. Siamo a cavallo di due sistemi. Uno (di questi è quello) della globalizzazione di qualsiasi cosa che è imploso su se stesso. Abbiamo il dovere di immaginarci un mondo in un altro modo che non sia quello del lavuràr, del lavuràr, del lavuràr. Oggi ho sentito l’amministratrice delegata di Google (Yahoo, ndr) dire che la vera felicità è lavorare 70-80 ore a settimana. Ma la vera felicità per quel mondo lì gliela lascio! Preferisco essere un infelice e non fare un cazzo tutta la vita. C’è una via di mezzo. Ecco perché noi abbiamo in programma il reddito di cittadinanza. Diamo la possibilità di mettere al centro l’individuo invece che il mercato, il mercato del lavoro!”.

 

Dalle parole di Grillo, dunque, emerge con chiarezza che il senso del reddito di cittadinanza è facile da spiegare: non esiste che il salario sia legato alla produttività, bisogna invece lavorare un po’ meno tutti, o anche non lavorare, e guadagnare tutta la vita senza fare un tubo. Non lavorare meglio, lavorare tutti, guadagnare di più. Ma semplicemente lavorare meno, lavorare in pochi, guadagnare di più. Non un reddito di cittadinanza, come lo intendeva Milton Friedman,  dunque, ma un trattamento assistenziale per finanziare l’ozio e non fare più un cazzo per tutta la vita. Sempre meglio che lavuràr.

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