Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

La (poca) pazienza di CDB

Redazione
Giornaloni critici di Renzi. L’editoriale di Fontana e quella delusione dalle parti dell’Espresso. Che stia cambiando qualcosa nella stampa è evidente da un po’. Dopo le amministrative si sono lette articolesse sulla normalizzazione dei Cinque stelle fino a qualche tempo fa impensabili e persino Repubblica venerdì scorso apriva sul sorpasso del M5s nei sondaggi

Roma. Scrivevamo ieri su queste pagine che i giornaloni scaricano Renzi, pronti a cantare “Grillo! Grillo!”, ed ecco che sulla prima pagina del Corriere della Sera si scomoda il direttore Luciano Fontana per lanciare al governo un ultimatum che più o meno suona così: ci avete delusi, la ripresa non c’è e sulle banche state facendo pasticci, la maggioranza rischia di svanire per beghe interne, il M5s avanza e di questo passo vincerà le elezioni; e dunque o Renzi la smette di guardare il proprio ombelico o qui viene giù tutto. Che stia cambiando qualcosa nelle redazioni dei giornaloni è evidente da un po’ (Fontana non è anti renziano ma molti editorialisti, azionisti e cronisti di giudiziaria lo sono, e il Corriere da mesi gioca una sua tosta partita contro il governo). Dopo le amministrative si sono lette articolesse sulla normalizzazione dei Cinque stelle fino a qualche tempo fa impensabili e persino Repubblica venerdì scorso apriva sul sorpasso del M5s nei sondaggi.

 

Un segnale di insofferenza? Possibile, se è vero quanto raccontano dalle parti dell’Espresso, e cioè di un Carlo De Benedetti un po’ disilluso, critico di alcune mosse del premier – la gestione della vicenda sulle banche non è piaciuta a CDB – e convinto che Renzi si sia dato la zappa sui piedi, incaponendosi su battaglie che anche Repubblica, sostenitrice del governo fin dai suoi esordi, fatica a seguire. Difficile immaginare un riposizionamento drastico di Rep. ma certo è che la linea iper renziana non piace più a Largo Fochetti e chissà che prima o poi non spunti dal cilindro di CDB (in ottimi rapporti con Franceschini) un’alternativa all’immobilismo renziano.

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