Marco Pannella (foto LaPresse)

Marco, uno e centomila

Non violento a casa dei maneschi, mi consigliò: “Costituisciti”

Lanfranco Pace
Ci eravamo incrociati perché, ovunque ci fosse un po’ di rabbia civile, di incazzatura giovanile, un’occupazione di facoltà, ovunque soffiasse un qualsiasi fremito di rivolta, spuntava lui, alto, bello, scarica di energia in un corpo tonico. Gironzolava curioso, si infilava nei capannelli, nei cortei si metteva al fianco delle prime file.

Il ricordo è nitido, era già un rompicoglioni prima delle campagne vinte per il divorzio e l’aborto, molto prima che diventasse il profeta della nazione. Ci eravamo incrociati alcune volte, lo incontrai una sera per caso in un tabaccaio di Largo Argentina, scoprimmo di fumare le stesse sigarette, le Celtique gros module, più corte delle altre ma spesse il doppio, pacchetto morbido, largo e basso, blu con etichetta gialla e scritta nera, venti tizzoni puzzolenti di tabacco bruno, erano i tempi beati in cui l’Europa non si sognava di dirci di cosa dobbiamo morire.

 

Ci eravamo incrociati perché, ovunque ci fosse un po’ di rabbia civile, di incazzatura giovanile, un’occupazione di facoltà, ovunque soffiasse un qualsiasi fremito di rivolta, spuntava lui, alto, bello, scarica di energia in un corpo tonico. Gironzolava curioso, si infilava nei capannelli, nei cortei si metteva al fianco delle prime file. Ma chi è, che vuole questo quasi cinquantenne, che si diceva radicale, meglio giornalista inviato dell’Agenzia radicale, ma forse ricordo male. Un fratello minore di Ernesto Rossi che punzecchia  gente che in testa ha poco e quel poco è solo Marx e Lenin. Il figlio spirituale di Aldo Capitini, esegeta di Gandhi e fondatore del movimento nonviolento rigorosamente senza trattino, a casa dei violenti o quanto meno dei maneschi.  Sembrava una spia, un infiltrato.

 

Se gli davi del pacifista, del servo sciocco della borghesia, in nome delle fruste certezze che non si può fare una frittata senza rompere le uova, lui ti inchiodava per ore per dimostrare che la nonviolenza è l’opposto del pacifismo, è il satyagraha,  la ribellione dell’uomo forte che combatte il male rifiutandosi di  fare il male. Come tutti i grandi innamorati di sé stessi e di tutta l’umanità Marco Pannella era un logorroico, a un congresso di partito parlò fino allo sfinimento della platea e suo. Un maestoso indispensabile rompicoglioni. Rimase traumatizzato quando scoprì che anche i radicali nonviolenti possono morire di morte violenta, Giorgiana Masi fu colpita da una pallottola vagante probabilmente sparata delle forze speciali del ministero dell’Interno nel corso di una manifestazione a Ponte Garibaldi.

 

Anni dopo ero accucciato a Parigi, mi nascondevo da un mandato di cattura chilometrico, cinquantaquattro capi di accusa, dall’omicidio – sette per la cronaca – al furto di targhe d’auto, anche allora le procure non badavano a spese. Mi disse: devi fare il contrario di quello che loro si aspettano, vogliono che scappi il più lontano possibile, allora devi andare loro incontro, costituisciti. Mise su un mini circo mediatico, coinvolse Jean Daniel, direttore del Nouvel Observateur, che conosceva  dai giorni della lotta per l’indipendenza dell’Algeria e contro l’uso della tortura, davvero il nostro profeta non se n’è fatta scappare una. Jean Daniel girò l’incarico a Bernard-Henri Levy in camicia bianca. Conferenza stampa video ripresa all’Hotel Lutetia,  durante la guerra sede del  comando della Gestapo. Domanda, ma che ci fa lei a Parigi al fianco di uno accusato di terrorismo? Difendo un innocente. Fu sintetico ed efficace. Si doveva andare a colazione insieme,  all’uscita dall’albergo non feci in tempo ad arrivare alla macchina che i poliziotti francesi  mi acchiapparono con destrezza e cortesia incredibili. Rividi Marco diciotto mesi dopo.

 

Fece eleggere Toni Negri in parlamento per farlo uscire dal carcere. Al momento del voto per la levata dell’immunità parlamentare, il professore non era in aula: aveva passato le Alpi.  Pannella si sentì tradito, Negri a suo dire si era impegnato a rimanere, forte della promessa che se lo avessero arrestato  sarebbe stato di nuovo primo nella lista radicale alle europee.  Negri era furioso, dopo cinque anni in carcere non voleva più rischiare di tornarci. Finì male. Andrò a pisciare sulla tua tomba, scrisse Negri. 

 

Gli andò meglio alle elezioni successive quando candidò il rosa confetto. Ricordo che in Francia tutti si congratulavano perché Ilona Staller era stata trionfalmente eletta,  perché l’Italia aveva dimostrato che la fantasia poteva vincere e perché in giro c’era qualcuno che aveva idee del genere. Anche questa dal sapore profetico: Cicciolina, ovvero  il primo esempio di antipolitica dai tempi dell’Uomo qualunque.

 

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  • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.