Pierfrancesco Majorino, Francesca Balzani, Giuseppe Sala (foto LaPresse)

Balere, dj, intellò e psicoanalisti. Chi sta con chi alle primarie di Milano

Maurizio Crippa
La sinistra “generalista” di Sala, quella glam di Balzani

Milano. Beppe Sala chiude la campagna per le primarie in una “balera” di (quasi) periferia, l’Arizona 2000 di viale Monza, con il dj Linus (grande supporter), Enrico Bertolino e Gino e Michele (in scaletta, forse, il mitologico raccontino “Il puttanone sul gippone”, vent’anni fa bandiera dell’antiberlusconismo meneghino). In pratica, la festa del candidato della sinistra generalista. Francesca Balzani ha festeggiato in un disco bar dal nome gaberiano, il Goganga, con una band milanese molto cool e parecchio di nicchia, ma per chiudere la campagna ha scelto il più serioso Teatro Franco Parenti. Pierfrancesco Majorino, prima di portare i suoi a ballare nello spazio molto concettuale e polifunzionale di una scuola di teatro, la Fabbrica dell’Esperienza, aveva però chiuso in pubblico dibattito con Massimo Recalcati, psicoanalista da prima pagina. Dicendo addirittura: “Un’altra persona che vorrei avere con me come superconsigliere strategico, magari, è Massimo Recalcati”. Sinistra e psiche.

 

Le primarie della sinistra a Milano, dal punto di vista di quel che avevano da dire culturalmente, o sotto il profilo degli stili di vita e pensiero, potrebbero chiudersi qui. E’ tutto già chiaro. Anche senza necessità di raccontare lo scazzo finale tra candidati e loro supporter perché ieri, ad “Agorà”, non è andato in onda, “misteriosamente” un sondaggio che avrebbe dovuto mettere in difficoltà proprio Sala. A lanciare la polemica Daniele Farina, storico leonkavallino, ora di Sel e sostenitore di Balzani. Dopodiché, la rilevazione Ixè che non andò in onda offre le seguenti forbici: Sala tra il 45,5 e il 48,5 per cento, Majorino (a sorpresa?) al secondo posto tra il 25 e il 28, e Balzani tra 24,5 e 27,5. Molto meglio, insomma, del sondaggio Lorien di qualche giorno fa, che dava solo 5 punti di margine per Sala su una Balzani in rimonta. Ma i sondaggi ormai servono a poco, conteranno solo i dati di affluenza: si parte dai 67 mila di cinque anni fa. Si vota oggi e domani, accesso a chiunque abbia compiuto 16 anni, inclusi i cittadini dell’Unione europea, pagando due euro per le spese. Domenica saranno 150 i seggi aperti, record della breve storia delle primarie. Primarie molto civili e senza pasticci, siamo pur sempre a Milano, ma che non hanno avuto esattamente l’afflato della grande sfida di visioni politiche. E si sono progressivamente arenate, colpa soprattutto della strategia delle staff aggressivo di Balzani, sulle polemiche relative al bilancio dell’Expo.

 

[**Video_box_2**]A questo punto, non resta che provare a vedere chi ha convinto chi, per capire cosa c’è in gioco. E soprattutto, capire chi è riuscito a uscire dai suoi steccati, a intercettare altri mondi, come si dice. Beppe Sala, candidato da pubblico generalsita, è riuscito a mettere insieme don Gino Rigoldi, storico cappellano del Beccaria e la maggioranza del volontariato cattolico (do you remember la collaborazione Expo-Refettorio ambrosiano di Caritas?) e stelle super-pop milanesi come Linus, attori di sinistra come Antonio Albanese e la gran parte della community economica, dai vertici di Sea ai banchieri a finanzieri come Alberto Foà. Con lui (e non con la “vicensidaca”), s’è schierato il grosso della giunta Pisapia, dall’ex vice Lucia Ada De Cesaris (sicuro il suo ritorno, se Sala vince), Daniela Benelli, Chiara Bisconti, Franco D'Alfonso, Marco Granelli, Pierfrancesco Maran e Cristina Tajani. Balzani conta sull’endorsement di due ex delle primarie, Stefano Boeri e Valerio Onida, del mondo accademico che ha depositato un appello di sostegno con dozzine di firme, che si aggiungono alla crema intellettuale del primo appello “dei 130”, banchieri come Alessandro Profumo, star dell’informazione come Gad Lerner. (Curioso, sembra la constituency di Rossy Bindi quando si candidò a guidare il Pd). E poi storici verdi meneghini come Carlo Monguzzi, un pezzo della comunità ebraica come Daniele Nahum, una parte del Pd, il capo di Gabinetto di Pisapia Maurizio Baruffi. Majorino ha la sua base di sinistra-sinistra, il mondo culturale gliel’ha portato in dote l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, vorrebbe in squadra la ginecologa ed ex candidata alla Regione Alessandra Kustermann. Psicoanalista permettendo.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"