Fancesca Balzani (foto LaPresse)

A Milano è meglio un sindaco politico?

Maurizio Crippa
“Sosteniamo Francesca perché crediamo sia l’unica, fra le personalità in campo, in grado di parlare a tutte le culture e le esperienze che compongono l’area del centrosinistra milanese”, dicono Francesco Giavazzi e Massimo Mucchetti

Milano. “Sosteniamo Francesca perché crediamo sia l’unica, fra le personalità in campo, in grado di parlare a tutte le culture e le esperienze che compongono l’area del centrosinistra milanese”. Fra le 130 personalità che nei giorni scorsi hanno firmato un appello a favore della candidatura Balzani, assessore al Bilancio e vicesindaco, alle primarie per Milano ci sono anche due esperti di economia – uno professore, l’altro giornalista e ora senatore Pd – quasi sempre su posizioni differenti in materie economiche: Francesco Giavazzi e Massimo Mucchetti. Ma tutti e due apprezzano lei (più di Beppe Sala). Abbiamo chiesto a entrambi di motivare la loro preferenza, declinando la “visione di Milano” che vedono interpretata dai due candidati. Per Giavazzi “Milano negli ultimi anni, anche grazie all’Expo, ha fatto grandi progressi diventando una città molto più simile ai migliori esempi europei, da Amburgo a Zurigo. Ma i problemi che si porranno nei prossimi anni sono diversi. Come altre città europee dovrà affrontare e saper risolvere difficili emergenze sociali che nascono non solo dall’immigrazione – le dobbiamo saper trasformare da un’emergenza in un’opportunità imparando ad esempio dai successi di alcune città tedesche – ma dall’esplosione della diseguaglianza dei redditi”. 

 

Mucchetti sceglie innazitutto il tema della continuità: “Balzani è il vicepremier e ministro dell’Economia di Milano. Poiché il premier che non si ricandida ha fatto bene, è giusto che sia il suo numero due a continuarne il percorso”. Per contro, Sala “rappresenta comunque una cesura: ha esordito dicendo ‘non c’è più destra né sinistra’, voce dal sen fuggita, e quello resta”; mentre il valore dell’esperienza di Pisapia è proprio “aver dimostrato che c’è una sinistra che sa unificare e ben governare una città borghese come Milano”. La questione è di quale progettualità per Milano si debba parlare. Per Giavazzi “Milano oggi non ha bisogno di un bravo manager, ma di un sindaco politico che accompagni un’esperienza amministrativa con la sensibilità e l’equilibrio che in questi anni Pisapia ha dimostrato per i problemi sociali della città garantendovi cinque anni di relativa pace sociale. Senza queste capacità Milano rischia di diventare sempre più simile ad alcune città degli Stati Uniti dove la qualità della vita è la migliore al mondo… finché non giri l’angolo della strada”. Mucchetti distingue tra i due differenti profili: “Balzani viene da una competenza di amministrativista eccellente, Studio Uckmar, ha saputo completare un difficile lavoro di sistemazione del bilancio del Comune; non rappresenta una sinistra ‘antisviluppista’, ma una capace di interloquire con il mondo e gli interessi economici da una posizione politica chiara”.

 

[**Video_box_2**]Viceversa Sala ha un profilo più debole, è uomo di marketing: “Nell’esperienza di Expo c’è da segnalare – e lo dico senza cedere al giustizialismo – che Sala ha mostrato di non saper scegliere al meglio i suoi collaboratori: se tra loro c’è un numero di indagati superiore al dovuto, il problema diventa politico. Si può dire che ha mostrato una maggiore permeabilità ai contesti esterni, laddove il pregio del team Pisapia è di essere stato politicamente autonomo”. Quanto alla critica secondo cui quella sinistra sarebbe meno in grado di operare le grandi scelte di investimento che si porranno nel futuro – Sea, Scali Fs, post Expo – per Mucchetti “la visione di Balzani è finire e bene quello che c’è. E’ la visione di una sinistra che funziona e amministra”. Bilanciato Giavazzi, al momento di tirare le somme: “Alle primarie partecipano tre candidati. Due si collocano agli estremi opposti delle abilità che ho descritto: uno con evidente sensibilità sociale ma, temo, scarsa capacità amministrativa (Majorino, ndr) e un manager senza dimostrata capacità nell’affrontare le emergenze sociali. Balzani è un ottimo compromesso, per questo la sostengo. A Sala chiedo i conti dell’Expo. Senza quei conti non ho sufficienti informazioni per poterne valutare, al netto delle preoccupazioni illustrate, le capacità manageriali”. 

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"