Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

Passeggiate romane

Renzi confessa di poter contare solo su Milano e Torino. Roma a Giachetti?

Redazione
Nonostante la defenestrazione di Ignazio Marino, le cose a Roma non vanno affatto bene. L’immondizia abbonda e i mezzi pubblici scarseggiano. Il premier sa che ribaltare la situazione è difficile.

Battaglie stracittadine. Davanti ai taccuini dei cronisti e alle telecamere Matteo Renzi (lo ha fatto anche l’altro ieri) si dice convinto che il Partito democratico vincerà le elezioni amministrative a Roma. Ma con gli uomini a lui più vicini confessa di poter contare solo su Milano e (nonostante le difficoltà causate dalla candidatura di Airaudo) e Torino. Napoli la dà per persa: “Del resto non era nostra nemmeno prima e poi se la sinistra ha deciso di dare una mano a De Magistris pur di vederci perdere non possiamo farci niente”. Ma anche sulla Capitale il presidente del Consiglio non si fa soverchie illusioni. Nonostante la defenestrazione di Ignazio Marino, le cose a Roma non vanno affatto bene. L’immondizia abbonda e i mezzi pubblici scarseggiano. Renzi sa quindi che ribaltare la situazione è difficile. Anche per questa ragione ha deciso di puntare su Roberto Giachetti. Il vicepresidente della Camera si può anche permettere di perdere, al contrario di altri, e comunque è la carta migliore per opporsi ai grillini. Il premier comunque sa bene che un’eventuale sconfitta a Roma non potrà passare inosservata: “Vederete che cercheranno di farcela pagare”. Ma è bene intenzionato a resistere: il mio vero obiettivo è il referendum confermativo, delle amministrative mi importa fino a un certo punto, va ripetendo in questi giorni, quasi per mettere le mani avanti.

 

Il Pd per le adozioni, oppure no. E’ veramente così come scrivono i giornali? Che il Partito democratico ha deciso di mantenere la stepchild adoption nella legge sulle Unioni civili? Effettivamente Matteo Renzi ha ricordato come questa forma di adozione fu proprio lanciata alla Leopolda del 2014. Ma non ha detto esplicitamente che il Partito democratico si batterà per questo obiettivo. Insomma, il presidente del Consiglio è stato più che cauto e ci ha tenuto a precisare che non è affare del Parlamento bensì del governo e dei partiti politici. Ma di quello che farà il partito da lui guidato non ha detto proprio nulla, in realtà.

 

Gli Affari regionali di Alfano. Una settimana sì, una settimana no sui giornali appaiono lunghi articoli sul rimpasto prossimo venturo. Una settimana sì, una settimana no vengono smentiti dalle parole del presidente del Consiglio o dai fatti. Ma la colpa non è dei giornalisti. In realtà, come ha confidato Angelino Alfano a qualche fedelissimo, le voci che trapelano provengono effettivamente da Palazzo Chigi. Il ministro dell’Interno lo sa bene perché sta aspettando questo benedetto rimpastino per piazzare uno dei suoi al dicastero degli Affari regionali per cercare di dimostrare al suo partito che lui ha un qualche potere contrattuale nei confronti del premier. E Alfano ha già deciso anche chi debba andare a quel posto. Non Dorina Bianchi, come si vocifera, perché viene ormai considerata troppo vicina al Pd, bensì l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. Solo che c’è un problema di non poco conto. E cioè che Renzi un giorno promette al ministro dell’Interno che lo accontenterà e il giorno dopo gli spiega che è meglio pazientare. Il presidente del Consiglio usa la stessa tattica con gli esponenti del suo partito. I quali ogni tanto comunicano agli amici che stanno per entrare nel governo e dopo un po’ sono costretti a rettificare. Ecco spiegato perché, con una certa regolarità, giunga alle orecchie dei giornalisti la notizia che si sta per fare il rimpasto.

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