Scuola e Renzi: esistono ancora lavoratori di serie A
Al direttore - Se fai un'infornata di dipendenti pubblici, poi è naturale che ci vuoi mettere la firma per rivendicare la mossa urbi et orbi. E' quanto fatto ieri dal premier Renzi con la lettera inviata ai quasi 85.000 prof neoassunti. Da studente liceale, che entrerà nel mercato del lavoro a riforma delle pensioni e Jobs Act vigenti, trovo però insostenibile la retorica del “precariato ingiustificato e odioso” utilizzata dal premier. Vivrò probabilmente di contratti a termine, avrò una pensione ridotta e calcolata sulla base dei soli contributi versati, ma almeno spero di essere valutato e assunto di volta in volta in base al mio merito, non per il semplice fatto di essermi messo "in fila" da tempo e di aver incontrato un legislatore "benevolo" (con i soldi altrui). Con quella lettera, caro premier, che messaggio manda a noi studenti?
Marco Marinoli
Prima o poi, però, bisogna chiarirsi su un punto: per quale ragione un contratto a tempo determinato nel settore privato viene considerato come un contratto di lavoro flessibile mentre un contratto a tempo determinato nel settore pubblico viene considerato come un orrendo contratto da precari? Probabilmente per la stessa ragione per cui la riforma dell’articolo 18 contenuta nel Jobs Act non si applica al lavoro pubblico. Perché, riforma del lavoro o non riforma del lavoro, purtroppo esistono lavoratori di serie a e serie b.