La protesta dei parlamentari grillini durante la discussione alla Camera sull'Italicum (foto LaPresse)

Dietro le lacrime del grillino collettivo

Claudio Cerasa
C’è un piccolo mistero politico che si aggira per il Transatlantico, per le stanze dei partiti, per le redazioni dei giornali e che riguarda quella che a prima vista è l’incomprensibile disperazione del Movimento 5 stelle di fronte all’approvazione definitiva dell’Italicum.

C’è un piccolo mistero politico che si aggira per il Transatlantico, per le stanze dei partiti, per le redazioni dei giornali e che riguarda quella che a prima vista è l’incomprensibile disperazione del Movimento 5 stelle di fronte all’approvazione definitiva dell’Italicum. Compagni grillini, si potrebbe dire, ma che problema avete? Renzi vi ha regalato una legge elettorale che in mancanza di un centrodestra riorganizzato vi dà la possibilità di essere l’unica alternativa a Renzi e voi cosa fate? Vi disperate? Minacciate? Aventinate?

 

A voler essere maliziosi si potrebbe dire che, essendo Grillo cresciuto e maturato grazie alla presenza sul terreno da gioco di una grande coalizione che in questi anni, dal 2011 a oggi, ha avuto anche l’effetto di nutrire la pancia dell’anti politica, la sola idea di non avere più una rendita su cui speculare non può che creare un effetto depressivo, e questo può essere persino comprensibile. Accanto a questa valutazione c’è però un altro elemento gustoso da far emergere e che si lega a quella che è una disperazione più grande che riguarda la categoria politica e culturale che in queste ore sta vivendo con maggiore sofferenza la presenza di una legge elettorale che dà forza a chi vince le elezioni, che toglie forza a chi le elezioni invece non le vince e che sottrae potere a tutte quelle minoranze di blocco abituate a influenzare la politica contando più sull’idea del doversi pesare che del doversi contare. Minoranze che possono essere intese come realtà che viaggiano su un binario parallelo a quello della politica – borghesi, industriali, giudici, magistrati, establishment, poteri più o meno forti. E minoranze che invece possono essere intese come realtà che vivono con entrambi i piedi nei palazzi della politica; e che, di fronte a una legge elettorale che marginalizza le minoranze che non riescono ad avere i numeri per essere maggioranze, giustamente esplodono in un urlo di rabbia. “L’Italicum – ha detto martedì con sincerità il deputato grillino Danilo Toninelli in un’intervista all’Avvenire – è stato elaborato per distruggerci… Con questa legge, vincere le elezioni sarebbe una missione quasi impossibile… Sono convinto che la maggioranza degli elettori di centrodestra se costretta a scegliere tra Renzi e noi al ballottaggio opterebbe per il primo”.

 

[**Video_box_2**]Involontariamente, l’onorevole grillino ammette che per vincere le elezioni e governare il paese non è sufficiente rappresentare solo un pezzo di Italia indignata e incazzata ma è necessario – tu guarda – allargare il proprio bacino a elettori anche diversi da quelli tradizionali. In pratica, dice l’onorevole, con questa legge elettorale, purtroppo, chi prenderà più voti avrà la possibilità di governare e chi ne prenderà di meno non avrà la possibilità di condizionare le maggioranze. Uno scandalo senza fine che ovviamente non troverà il consenso dei campioni dell’anti politica abituati a condizionare i governi a colpi di battaglie anti casta e avvisi di garanzia, e costretti ora a confrontarsi con la durezza dei sistemi simil maggioritari. Dove chi ottiene più voti governa. E dove chi non ottiene più voti, e arriva sempre tre, sarà condannato a non contare nulla. E chissà se i grillini si renderanno conto un giorno che quello che chiamano golpe non è che semplice democrazia.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.