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Quella mancanza di prudenza e realismo su Putin. Lettera a Lucio Caracciolo
Dall'errore di assicurare che l’invasione dell’Ucraina non sarebbe potuta avvenire alla superstizione della geopolitica. Fino all'uscita di alcune firme onorifiche da Limes
Caro Lucio Caracciolo, trovo piuttosto interessante la tua rivendicazione della differenza fra l’intelligenza del nemico e l’intelligenza col nemico. Non tanto, almeno qui, per il primo termine, l’intelligenza, la parola più trucidata dalla tabula rasa contemporanea. Quanto per il secondo: il nemico. Vuol dire che hai sacrificato l’appropriatezza al gioco di parole, o che consideri la Russia di Putin – della quale infatti si tratta – “il nemico”? (O almeno un nemico, su uno scacchiere che ne prevede più d’uno). Come forse ricordi, io non ti immagino al servizio di qualcuno che non sia te stesso: padrone pericoloso, sappiamo. Dissento da te, dalla tua superstizione della geopolitica, e dall’equilibrismo fra realismo e cinismo, che autorizza gli abbonati a cedere al secondo per la voluttà di saperla lunga: “Libertà, democrazia, occidente… A me non la si fa!” Dissento anche dalla distrazione nei confronti della palese e perfino plateale intelligenza col nemico, che pure agisce come un fattore incidente sulla guerra. Ci sono viaggi in Russia 2025 che fanno eclissare il fervore di un Henri Barbusse nell’Urss del Piccolo Padre: casi perfino toccanti di vanità senile.
Quando commettesti l’errore di assicurare che l’invasione dell’Ucraina non sarebbe potuta avvenire, mentre era già in corso, il problema non era, come hai appena ricordato, che tutti sbagliamo. Anch’io fino all’ultimo non volli credere che succedesse, ma io avevo una convinzione solidissima circa la natura del regime di Putin, temprata oltretutto sui campi della Cecenia e dei capitoli successivi. Tu ne desti un’altra, molto benigna, di motivazione. E quando, come troppi altri, benché più decentemente, sostenesti che l’esito di quella prova di forza (quella “follia” di Putin, ripeti oggi) fosse scritto, non fosti abbastanza prudente – realista – da prevedere che quattro anni dopo saremmo stati ancora a questo punto. E così via. Ti saluto e ti faccio i miei auguri, se ti fossero utili. Anche per le dichiarazioni di solidarietà militante che ti stanno arrivando, dopo che qualche firma onorifica ha lasciato, dai e dai, la testata di Limes: dagli amici ti guardi Iddio.
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