
Manlio Minale (foto Ansa)
Piccola Posta
Caro Casson, io sono stato giudicato da colui che di lì a poco sarebbe passato alla Procura
Il mio processo per l'omicidio di Luigi Calabresi fu l'ultimo celebrato da Manlio Minale in veste di giudice (essendo già fissato il suo passaggio). Dunque presiedette il giudizio in cui l'accusa era svolta da magistrati di cui sarebbe diventato capo subito dopo. Io pensavo che un tale conflitto d'interesse avrebbe reso il giudice più attentamente imparziale: avevo torto
Caro Felice Casson, buongiorno. Nell’intervista di ieri a Repubblica, a proposito di Nordio e della separazione delle carriere (su cui non ho niente di interessante da far sapere) lei ha detto: “Ma io non ricordo un solo caso di assoluzione o di condanna per il fatto di essere stati colleghi tra giudici o pm”. Ne è sicuro? – le ha chiesto Concetto Vecchio. “Ma certo”. Ora, la sua frase non è inequivocabile. Che ci sia stato un caso di assoluzione o di condanna “per il fatto” che giudici e accusatori erano colleghi, avrebbe dovuto essere dimostrato, e di conseguenza avrebbe portato ad annullare condanna o assoluzione, e a perseguire i magistrati colleghi. Dunque non penso che lei volesse dire questo.
Invece le voglio ricordare la mia esperienza, mia e dei miei coimputati nel processo per l’omicidio di Luigi Calabresi, che peraltro lei ebbe modo di seguire, senza esservi impegnato. La Corte d’assise che nel 1990 celebrò il primo processo – l’ultimo nella storia d’Italia col rito inquisitorio, abbandonato già da due anni – era presieduta dal giudice Manlio Minale, il quale aveva già ricoperto incarichi sia nella magistratura giudicante che requirente. Il nostro processo fu ufficialmente l’ultimo da lui celebrato in veste di giudice, essendo già fissato il suo passaggio alla Procura. Dunque presiedette il giudizio in cui la pubblica accusa era svolta da magistrati di cui sarebbe diventato capo alla fine del processo. Questa situazione era così clamorosa che la mia difesa – come quella dei miei coimputati – prospettò l’opportunità di ricusare la presidenza di Minale. Io non volli sentirne parlare, perché disdegnavo il ricorso a quelli che potevano sembrare cavilli formali e tenevo alla sostanza, e perché pensavo che in un così netto conflitto d’interesse il giudice sarebbe stato ancora più attentamente imparziale. Avevo torto. Qui voglio solo ricordarle che la colleganza stretta fra giudice e pm poteva avvenire, e di fatto avvenne nel modo plateale che le ho riassunto. Cordiali saluti.