T.S.Eliot (foto Olycom)

Piccola Posta

Prendo in prestito i versi di T. S. Eliot

Adriano Sofri

Per Adam M. 
Noi siamo stati, diciamola, ad ascoltare l’ultimo polacco 
Trasmetterci i Preludi coi suoi capelli e le punte delle dita.
 “Così intimo, questo Chopin, che penso la sua anima 
Dovrebbe farsi risorgere solo fra amici 
Non più di due o tre, che non tocchino il fiore 
Già sgualcito e discusso nelle sale da concerto”. 
- E così la conversazione scivola 
Fra velleità e rimpianti con cura contenuti 
In mezzo a toni lievi di violini 
Confusi a remote cornette
E comincia.
“Tu non lo sai quanto gli amici vogliono dire per me
E quanto raro, quanto raro e strano sia per me trovare 
In una vita fatta di tante avversità e di tanti scopi 
(Perché davvero non mi piace… lo sapevi? non sei cieco! 
E come sei acuto!) 
Poter trovare un amico che abbia queste qualità, 
Che abbia, e dia 
Le qualità sulle quali l’amicizia vive. 
Quanto per me significhi che io te lo ripeta – 
Senza queste amicizie – che cauchemar la vita! ”

Andiamo a prendere aria, in un’estasi di tabacco, 
Ad ammirare i monumenti, 
A discutere gli ultimi avvenimenti, 
A rimettere l’orologio con gli orologi pubblici. 
Poi a sederci mezz’ora, per bere un bicchiere di birra.