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Piccola Posta

L'AI può fare di tutto, ma le è negato il magnifico piacere della ricerca

Adriano Sofri

Offre immediatamente le risposte a tutte le domande, mentre gli esseri umani si perdono in un itinerario imprevedibile fatto di scelte, deviazioni, distrazioni, associazioni. L'AI sembra una pratica dell'amore che abolisce i cosiddetti preliminari e li riduce a una mera perdita di tempo

Temo che il mio rapporto con l’Intelligenza artificiale sia a suo modo superstizioso. Non che pretenda di avere delle opinioni fondate, e tanto meno scientifiche: ho bensì, come coi vaccini con la chirurgia e in generale con l’intero funzionamento della vita moderna, una piena fiducia nella scienza e nei suoi praticanti. La superstizione sta nella sensazione che tutte le cose di cui si sostiene che l’AI “non potrà mai fare” – compresa quella, “fare una domanda cui una macchina non saprà mai rispondere” – siano in realtà possibili, che sia solo questione di tempo, e neanche tanto tempo. Intanto, da quando – poco fa – computer e telefono, senza che io glielo abbia chiesto e tanto meno autorizzato, rispondono a qualsiasi parola io sottoponga a Google, mi pare di aver constatato una cosa ovvia ma per me davvero significativa e distintiva.

L’AI, meglio di certi scolari che alzano la mano prima di aver sentito la domanda, offre immediatamente la sua risposta, dalla più scontata alla più strampalata, fondata sul magazzino di nozioni e rimandi di cui dispone. La mia tradizionale ricerca del tempo antico, e poi attraverso Google, prenderebbe invece del tempo, anche molto tempo, passerebbe da scelte, deviazioni, distrazioni, associazioni, tutto un itinerario largamente imprevedibile, al punto di rinviare o sostituire del tutto l’esito: la risposta alla questione. La mia superstizione mi fa credere che l’AI possa provare gioia, dolore, amore, invidia, paura della morte predilezione per gli scoiattoli e ironia, ma questa esperienza della risposta bella e pronta mostra che all’AI è negato il magnifico piacere della ricerca, dell’itinerario. L’AI mi pare somigliare a una pratica dell’amore che abolisca i cosiddetti (malamente) preliminari, e li riduca a una mera perdita di tempo. A un’eiaculazione precocissima.  
 

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