PICCOLA POSTA

Addio a Massimo Toschi

Adriano Sofri

L'ex assessore della Regione Toscana alla cooperazione internazionale, al perdono e alla riconciliazione dei popoli è morto a Lucca. La sua avventura straordinaria, autocertificato “abile per la pace”, visitatore e animatore di luoghi fra i più remoti, tormentati e arrischiati

Il mese scorso le amiche e gli amici di Massimo Toschi avevano festeggiato a Lucca l’uscita del libro a lui dedicato per la cura di Michele Zanzucchi, “Beati i pacifici. Una vita da cristiano comune” (Città Nuova). Avevo conosciuto Massimo, e da allora intensamente frequentato, grazie a Gad Lerner e alla galera, quando Claudio Martini e poi Enrico Rossi gli riconobbero la responsabilità dell’assessorato toscano “alla cooperazione internazionale, alla riconciliazione e al perdono”. Titoli che, perfino nel luogo che conobbe la grandiosità di intenti di Giorgio La Pira, sarebbero stati insostenibili per chi non avesse compiuto il suo tirocinio infantile per tenersi dritto e salire i gradini di una casa natale. L’appellativo di cristiano comune, che ricorda il povero cristiano di Silone, fa pensare più affettuosamente all’avventura straordinaria di Toschi, autocertificato “abile per la pace”, visitatore e animatore di luoghi fra i più remoti, tormentati e arrischiati. Da alcuni, come l’Algeria della guerra civile e del terrore, come la Sierra Leone, l’Iraq, la Libia o la Siria, la gente illustre di sana e robusta costituzione fisica si tiene scrupolosamente alla larga. Toschi ha mostrato che il coraggio uno se lo può dare. A Lucca si è ricordato anche il suo impegno per far curare bambini palestinesi -  “migliaia di bambini palestinesi”, espressione che pretende un terribile doppio senso – in ospedali israeliani.

Uno dei molti libri di Toschi ha il titolo “Sentinella, a che punto è la notte?”, ripreso dall’oracolo di Isaia, che il suo don Giuseppe Dossetti definiva “breve e un po’ enigmatico”. Scriveva Dossetti di una notte politica e civile di trent’anni fa: “Isaia parla di notte, e di notte fonda, e non lascia grandi speranze ai suoi interpellanti: ma con voluta ambiguità, annunzia sì il mattino, ma anche subito il ritorno della notte”. Chissà che cosa ha pensato e sentito Toschi della notte corrente, della morte del centenario Kissinger, quello per il quale la pace era una progressiva dilazione della guerra, finché dura, e dell’invito del già giovane Joschka Fischer al riarmo nucleare europeo, e delle altre enigmatiche ultime notizie. 

Massimo era nato a Porcari, è morto a Lucca, aveva 79 anni. 

Di più su questi argomenti: