Carlo Rovelli (LaPresse)

piccola posta

Sembra che qualcuno si aspetti una tenzone fra me e Rovelli sull'Ucraina

Adriano Sofri

La cosa mi ha fatto allegria. Mi ha ricordato gli anni e gli usi della vita di collegio universitario d’élite, sezione maschile. E poi chissà che qualche volta le discussioni, anche così distanti, non finiscano con un piccolo passo avanti

Caro Carlo Rovelli, martedì sul Foglio troverai una mia lettera che risponde alla tua. Scusa il ritardo, ho avuto giorni ingombrati. E poi, nei commenti più numerosi del solito ai miei fb su cui avevo ripubblicato il tuo testo, non pochi mostravano di aspettarsi una specie di tenzone. La cosa mi ha fatto allegria. Mi ha ricordato gli anni e gli usi della vita di collegio universitario d’élite, sezione maschile. Allora si diceva: “fare il culo”. “Gli ha fatto un gran culo”. “Fagli un culo così”. Magari qualcosa di quella esausta tradizione si protrasse fino ai tempi tuoi. Naturalmente mi sono guardato da una recidiva così fuori tempo. Oltretutto approvo il tuo elogio della gentilezza, che non sarà la bellezza, ma un po’ il mondo lo salverà. E poi chissà che qualche volta le discussioni, anche così distanti, non finiscano con un piccolo passo avanti. Tanto più quando l’aria in cui si svolgono è ancora così libera e tiepida, mentre poco più in là le persone si trovano a scambiarsi silenzi e impressioni in un rifugio antiaereo.

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