Piccola posta

Gramsci, Kipling e il mistero della citazione del “mondo grande e terribile”

Adriano Sofri

Un’Indagine che parte da Aidomaggiore e finisce con una cilecca. Sulle tracce dell'interesse di Gramsci per Kipling 

Questa è una Piccola posta che ha fatto cilecca, ma ormai ci sono e la racconto lo stesso. Pensavo di aver fatto una piccola scoperta, piccolissima, ma no. Sto rileggendo Gramsci. C’è un’espressione cui ricorre più volte nella corrispondenza con Julka, la sua sposa, e Tania, sua cognata, e anche altrove, e così proverbialmente che si capisce che ne condividono l’allusione: “Il mondo grande e terribile” (già sull’Avanti!, nel 1917: “Il mondo è grande e terribile e complicato”). E’ una citazione, non mi ricordavo di chi. La rete opponeva un fuoco di sbarramento, perché quell’espressione è diventata un titolo di antologie e anche di un film, dunque c’era da attraversare una sfilza di pagine. Quando Google tarda a rispondere, telefono ad Alfonso Musci: è Kipling, da Kim (1901). “- Chela, questo è un mondo grande e terribile. - A me pare buono – sbadigliò Kim. - Cosa c’è da mangiare? Non mangio da ieri sera”. (“- Chela, this is a great and a terrible world.- I think it good, – Kim yawned. – What is there to eat? I have not eaten since yesterday even”).

 

Alfonso mi indica anche il più circostanziato saggio di riferimento: Alessandro Carlucci, “Essere superiori all’ambiente in cui si vive, senza perciò disprezzarlo. Sull’interesse di Gramsci per Kipling” (Studi Storici, ott. - dic. 2013). Lo leggo con piacere, specialmente per la parte in cui segnala l’identificazione da parte di Gramsci della propria infanzia nella Sardegna coloniale con la vicenda di Kim (di Kipling Gramsci avrebbe pubblicato più volte sui suoi giornali la poesia “If”, che non era ancora diventata stucchevole). La prima di tante versioni italiane di Kim uscì a Milano nel 1913 (trad. Paolo Silenziario, per Vallardi). Allora Gramsci aveva potuto leggerlo. La mia curiosità era stata mossa da un altro dettaglio.

 

Gramsci scrisse il suo primo articolo quando era ancora in Sardegna, e aveva ottenuto dal direttore dell’Unione sarda la nomina a corrispondente da Aidomaggiore, un paesino che aveva allora un po’ meno di mille abitanti e oggi ne ha meno della metà. Aidomaggiore, nella provincia di Oristano, dista solo una decina di chilometri dal paese della famiglia Gramsci, Ghilarza, che però aveva già un suo corrispondente per il quotidiano di Cagliari. Bei tempi, direte. Bene: il 26 luglio 1910 il ventenne Antonio Gramsci spedisce la sua prima corrispondenza da Aidomaggiore, intitolata ironicamente “A proposito di una rivoluzione”. Vi si irrideva uno spiegamento di forze dell’ordine in paese, per fronteggiare una sovversione immaginaria. L’articolo cominciava così: “Nei paesi circonvicini si era sparsa la voce che ad Aidomaggiore per le elezioni dovessero succedere fatti grandi e terribili”.

 

Ora, aggettivi come grande e terribile sono piuttosto comuni, ma leggerli associati nella prima frase del primo articolo di Gramsci mi aveva colpito. C’era già un’eco di Kipling? Ma Kim sarebbe uscito in italiano solo tre anni dopo, e la più precoce traduzione francese, del 1902, era difficilmente accessibile al giovane Gramsci fra Ghilarza e Cagliari. Però Giuseppe Fiori, prezioso biografo, racconta che negli anni liceali di Cagliari Gramsci leggeva le riviste del continente, e specialmente La Voce. Proprio nel 1910 era uscito il “Quaderno della Voce”, nella collana di Prezzolini, dedicato da Emilio Cecchi a “Rudyard Kipling”. Forse il libro di Cecchi riportava la citazione da Kim? Era improbabile, certo, e sembrava anzi impossibile dal momento che il Quaderno porta la data del 30 novembre e l’articoletto di Gramsci era del luglio. Forse il Quaderno era stato stampato e spedito prima della data sulla copertina? Quando ci si mette in caccia si forza tutto. Ho ordinato alla prestigiosa libreria antiquaria fiorentina Gozzini la copia del Cecchi su Kipling che figurava in catalogo. La spedizione ci ha messo poco, tre giorni. Solo che il giorno prima, cercando in uno scaffale un libro sui funghi, ho messo la mano proprio sul volume della Voce. Ce l’avevo. Ormai mi succede continuamente. Adesso ne ho due, identici, ambedue completi del ritratto fotografico di Kipling. Il capitolo su Kim è l’ultimo. La citazione sul mondo grande e terribile non c’è.

 

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