Foto Pixabay
Piccola Posta
Si muovono i frantoi, è tempo di olio nuovo
Si pressano le olive ed è come un’insinuazione di primavera dentro l’autunno pieno. Si può marimettere la damigiana
Fra sagre e fiere cancellate sono andate anche le feste dell’olio nuovo. Giusto, naturalmente. Peccato. L’olio nuovo è come un’insinuazione di primavera dentro l’autunno pieno. Da me, in territorio pregiato, San Casciano, Mercatale, Impruneta, i frantoi si sono appena mossi. L’annata toscana è molto buona, per quantità e per qualità (purtroppo a sud, specialmente nel Salento, è un disastro).
Qui l’olio nuovo risuscita il dibattito sul verbo marimettere, che sta per incignare, e si adatta specialmente al fiasco, alla botte (o al salame o al formaggio…) ed è la versione popolare di manimettere, a sua volta variante di manomettere, metter mano. “Si marimette i’ presciutto. Uno piglia i’ presciutto e comincia!” – così il vocabolario fiorentino contemporaneo della Crusca.
Se non sbaglio, il corrispondente genovese è il verbo “insa”, quello del motto “Che l’inse?” – La comincia, o qualcosa del genere – del ragazzo di Portoria, Giovan Battista Perasso, che inaugurò la sassaiola. Ieri ho marimesso la damigiana dell’olio nuovo.
come distinguere il lavoro di “Report” da un titolaccio del Fatto
La corruzione a Odessa e il rischio di confondere denuncia e propaganda