Paul Köllensperger (foto via Facebook)

Dolomiti e politica

Adriano Sofri

Chi ha vinto le elezioni in Trentino Alto-Adige non è la Lega, ma il serio ex grillino Köllensperger

Reduce fresco da un vacanziero corso intensivo di storia e geografia sudtirolese-altoatesina, stento comunque a raccapezzarmi sulle conseguenze delle elezioni di domenica. La Südtiroler Volkspartei ha perso il 4 per cento, ha 15 seggi sui 18 necessari per la maggioranza e deve trovare un’alleanza per governare. Non è una novità, perché anche quando aveva da sola la maggioranza la Svp governava con altri, come impone lo Statuto dell’Autonomia, che tutela le minoranze. Governava con la Dc o con la Margherita o col Pd, cioè con partiti diventati via via localmente deboli e però (spesso) al governo nazionale: condizione ideale per il pieno potere locale e il godimento dei privilegi dell’autonomia. In una giunta provinciale in cui alla Svp spettavano 5 posti su 7, coi due residui riservati a un italiano e un ladino, non c’erano intoppi: diversa è la situazione di oggi, in cui la Svp disporrebbe solo di 4 posti, dunque di una maggioranza di uno.

 

Poiché la Lega ha più che quadruplicato i suoi voti e si vanta clamorosa vincitrice delle elezioni (ma non è esattamente così, vedremo subito) si ipotizza una alleanza senza precedenti fra Svp e Lega: tanto più che la Lega è oggi il principale partito di governo a Roma, e ha appena fatto saltare il banco anche nell’adiacente Trentino. Inoltre la Lega, che ha spopolato nelle città, ha raccolto quote significative di voti tedeschi anche nei paesi e nelle valli. Tuttavia anche sull’orizzonte sudtirolese incombono le elezioni per il Parlamento europeo, e appare raccapricciante alla stessa Svp, o a una sua buona parte, l’idea di presentarvisi alleata a un partito del fronte lepenista e orbanista e insomma antieuropeista.

 

D’altra parte il vero vincitore di domenica non è Salvini, la cui cresta d’onda era annunciata, ma il “Team” di Paul Köllensperger, il fuoruscito dai 5 Stelle che ha improvvisato una sua lista con nomi credibili risultata il secondo partito della provincia autonoma. Restituendo con gli interessi, oltretutto, il paradosso dei voti tedeschi andati a Salvini, perché ha raccolto a sua volta una quota rilevante di voti italiani. Invitato tempestivamente da Lilli Gruber, che giocava in casa, Köllensperger, svantaggiato dal collegamento, ha fatto una eccellente figura per chiarezza, eleganza e tranquillità. Una conseguenza collaterale è che ci si chiede sempre più insistentemente se una dissociazione di responsabilità dalla linea demagogica e incarognita dei 5 Stelle al governo, improbabile all’interno del partito-movimento che non ha un gruppo dirigente capace di rappresentare la parte di elettorato respinta dall’abbraccio Salvini-Di Maio, non sia piuttosto da aspettarsi da episodi come questo sudtirolese o quello di Parma.

   

Per un territorio di confine, l’Europa è tutto”, dice l’ex senatore e costituzionalista Francesco Palermo. Se la Svp trovasse un soprassalto di dignità di fronte all’alleanza-assedio con la Lega e tenesse fede alla priorità europeista più volte rivendicata dal suo leader, Arno Kompatscher, non si alleerebbe certo con il “Team Köllensperger”, che è il suo più diretto rivale, quello che le ha portato via i voti tedeschi. Potrebbe però, se non sbaglio, ottenere una maggioranza con i Verdi – che in Sudtirolo-Alto Adige hanno una dignitosa tenuta, e hanno confermato i loro 3 seggi – e col seggio del Pd e, in qualche forma, dell’unico seggio dei 5 Stelle. Non so se la Svp rischi di dividersi di fronte a una scelta che mette a dura prova la sua natura. Il presidente Kompatscher ha un vice, Philipp Achammer, europeista dichiarato anche lui, compagno di scuola del premier austriaco Kurz, da qualcuno descritto come più spregiudicato. Kompatscher paga la riduzione di preferenze, giustificata con la presenza in lista di un altro Kompatscher, cui sarebbero andati voti destinati nelle intenzioni a lui. Restano sul movimentato cielo dolomitico le nuvole frivole dei doppi passaporti, italiano e austriaco, inopinatamente offerti da Vienna (e da Innsbruck) ai cittadini sudtirolesi: sospesi, per il momento, senza che nessuno abbia ora una voglia particolare di evocarli, ma capaci di rivelarsi in un’Europa che disfa e rimonta i propri confini materiali e mentali una vera mina, carica di uno dei passati più travagliati della storia. Intanto, la sintonia-ostilità fra l’Italia leghista (con la scorta grillina) e l’Austria nazionalista è già una parodia della formidabile alleanza fra nazismo e fascismo che celebrò nel Sudtirolo la sua tragicommedia.