Sinisa Mihajloviç (foto LaPresse)

Perché amiamo Sinisa Mihajloviç

Maurizio Crippa

La cosa che abbiamo sempre amato di questo difensore duro e di questo uomo ironico, di questo allenatore con i piedi per terra e le palle fumanti, è l’inventiva

Gesù Bambino lo sa, quanto amiamo Sinisa Mihajloviç. Perché portò i colori della notte e poi fu vice panchina della notte. E sa quanto abbiamo invidiato i cugini che ce lo soffiarono (e per farne cosa, poi?). Ma non è solo per questo che lo amiamo, Sinisa. E neanche perché, intelligenza superiore alla media, come ogni serbo che si rispetti, arrivato sulla panca della Samp citò, invece del solito Trap, il buon JFK: “Non chiedetevi cosa può fare la Sampdoria per voi, ma cosa voi potete fare per la Sampdoria”. No, la cosa che abbiamo sempre amato di questo difensore duro e di questo uomo ironico, di questo allenatore con i piedi per terra e le palle fumanti, è l’inventiva. Prima del derby, si è inventato di portarsi appresso in conferenza stampa pure Renato “Socrates” Cornaglia, storico capo ultras granata, un magazziniere e il figlio del grande Capitan Ferrini. “La Juve deve sapere che non giocheranno solo contro 11 giocatori, ma contro tutta la nostra gente”. Una cosa più suicida e autolesionista non poteva farla. O meglio, ne aveva già fatta una quasi peggio. Quando la Nato bombardava la Serbia e lui, vecchio amico belgradese della Tigre Arkan, s’infilò sotto la maglia della Lazio la canotta col “target” per dire “Stop Nato Now”. Finì come finì. Domenica ha detto: “Abbiamo giocato alla pari con la Juventus”. Un po’ come Slobo Milosevic: ha offerto il petto col target, ha sbagliato tre cambi su tre, e ha preso tre pere.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"