Nicolás Maduro (foto LaPresse)

La democrazia in Venezuela? In Spagna sono tutti a favore, Podemos si astiene

Maurizio Stefanini
La formazione di Pablo Iglesias non firma un documento che chiede al regime chavista il rispetto del risultato elettorale. Oggi si insedia la nuova Assemblea dominata dall’opposizione liberale, Maduro prepara le sue trappole

“Manifesto contro il golpe alla democrazia. Elezioni Parlamentari in Venezuela 2015”. Si chiama così il documento che parlamentari ed europarlamentari spagnoli hanno firmato alla vigilia dell’insediamento della nuova Assemblea nazionale a Caracas, in Venezuela. A sottoscriverlo, esponenti del Partito popolare, del Partito socialista, di Ciudadanos, i liberali dell’Upd, perfino il Partito nazionalista basco. Ma non di Podemos, che sembra così confermare affinità elettive col chavismo che vanno al di là delle storie di finanziamenti del governo venezuelano a vari suoi dirigenti.

 

L’opposizione venezuelana lo scorso sei dicembre ha vinto le elezioni politiche venezuelane e ottenuto la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale.  Ma nel mese di intervallo tra il voto e l’insediamento dei nuovi deputati il presidente chavista Nicolás Maduro ha cercato di tendere trappole di tutti i tipi alla nuova maggioranza. Dalla nomina in extremis dei 13 membri di un nuovo Tribunale supremo di giustizia alla votazione pure in extremis di una legge che toglie all’Assemblea nazionale la nomina della Giunta direttiva della Banca centrale, all’insediamento di un fantomatico Parlamento comunale che pretende di usurpare i poteri dei deputati, fino ai ricorsi contro otto eletti che hanno portato a una misura cautelare per sospendere l’entrata in carica di quattro deputati dello stato di Amazonas: tre antichavisti e un chavista, con il che verrebbe meno la maggioranza qualificata di 112 oppositori su 167. Nel frattempo i deputati della Tavola dell’unità democratica (Mud), il principale partito d’opposizione, hanno deciso che prossimo presidente dell’Assemblea nazionale sarebbe stato Henry Ramos Allup, segretario dello storico partito socialdemocratica Azione democratica (Ad). Ma il giorno prima della cerimonia di insediamento i chavisti non lo hanno lasciato neanche entrare nell’edificio, e hanno colpito la sua auto. Chavisti radicali hanno pure annunciato una “presa delle strade” per contrastare le marce dei militanti della Mud per accompagnare i nuovi deputati. Tra questi il gruppo La Piedrita, il cui leader Valentín Santana è da sei anni ricercato per omicidio e latitante. 

 

La Mud ha manifestato fiducia nel generale Vladimir López Padrino, ministro della Difesa e comandante dell’esercito, che al momento delle elezioni si è costruito un’immagine di uomo al di sopra delle parti. Ma non altrettanto si può dire del comandante della Guardia Nazionale generale Néstor Reverol,  accusato di narcotraffico negli Stati Uniti. Mentre per sabotare la nuova Assemblea i chavisti facevano sparire addirittura le chiavi dell’emiciclo e le antenne della sua emittente tv, Maduro annunciava “misure preventive” per assicurare un insediamento in pace: ma condendolo con durissimi insulti e accuse che invece istigavano allo scontro. “E’ qualcosa di inedito in una rivoluzione popolare di carattere socialista un Parlamento in mano alla borghesia” è arrivato a dire.

 

[**Video_box_2**]Per questo, rappresentanti della Mud a Madrid hanno chiesto alle forze politiche spagnole un gesto per chiedere a Maduro di rispettare la volontà popolare, e cinque partiti hanno firmato il manifesto di difesa della democrazia. Ma Podemos, appunto, si è sfilata, senza nemmeno fare una dichiarazione ufficiale. In un momento in cui il partito degli antitistema spagnoli stanno negoziando e imponendo condizioni per la formazione di un nuovo governo a Madrid, la formazione di Pablo Iglesias non presenta le sue migliori credenziali democratiche.

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