BATMAN V SUPERMAN: DAWN OF JUSTICE

Mariarosa Mancuso

Ogni avventura dell’uomo pipistrello deve pagar pegno alla scena primaria, quindi eccola qua: i genitori del piccolo Bruce Wayne vengono uccisi all’uscita di un cinema, lasciandolo orfano e miliardario con maggiordomo. Possibile che ogni volta tocca vedere la collana della mamma che perde le perle al rallentatore? Benedetto il regista che ne farà a meno. Come sarà ringraziato il regista che non dovrà scomodare i maghi degli effetti speciali per scavare una ruga sulla fronte di Superman, alias Henry Cavill: era tanto bravo e spiritoso in “Operazione U.N.C.L.E” di Guy Ritchie, il piglio da tormentato salvatore dell’umanità non gli si addice (era già pericolosamente vicino a Gesù in “L’uomo d’acciaio”, che faceva rinascere il personaggio, sempre sotto le cure di Zach Snyder). Parte e atterra morbidamente, salva la vita a Lois Lane tante volte che abbiamo perso il conto, quando combatte i vecchi nemici procura danni collaterali a non finire. La distruzione dei grattacieli stavolta viene inquadrata dal punto di vista del pedone, non dell’eroe che combatte il cattivo. Batman intanto dorme sogni inquieti e soffre l’ingratitudine del mondo, depresso perché la feccia che infesta i bassifondi di Gotham pare moltiplicarsi invece di sparire (per non parlare del rivale, che gli fa ombra: neanche immaginate che aria da supereroe bastonato il regista infligge a Ben Affleck. “Batman v Superman” funziona come seguito del Superman che stabilì la natura divina del supereroe, e come anticipo dei film con la “Justice League”, prossimo investimento della DC Comics, che qualcosa deve pur rispondere alla Marvel che schiera “The Avengers” e a “Captain America vs Iron Man”. L’offerta di supereroi cresce a dismisura: alla fine anche i fan sfegatati vanno in assuefazione e pretendono emozioni sempre più forti. Quelli come noi che in tema di ingratitudine verso i supereroi – e di risentimento dei deboli contro i forti, da “La genealogia della morale” di Friedrich Nietzsche – pensano abbia già detto tutto “Gli invincibili” di Brad Bird, aspettano che la moda passi. Pesca nel torbido Lex Luthor, che scatena Batman contro Superman: l’attore Jesse Eisemberg sempre sull’orlo di una crisi di nervi, che come tutti nel film dibatte noiosamente sul bene e sul male, sul buio e sulla luce, sui diavoli dell’inferno  e su quelli che – ma l’avreste mai indovinato? – abitano dentro di noi.

 

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