THE VISIT

Mariarosa Mancuso

La vacanza dai nonni ha tre regole semplici. Divertiti, mangia quel che vuoi, non uscire dalla tua stanza dopo le nove e mezza di sera. Siamo in un film dell’orrore, l’ultima viene subito infranta: colpa anche della nonna, che cucina biscotti così appetitosi da far venire fame dopo il coprifuoco. La mamma, si capisce, non ha fatto mai simili prodezze ai fornelli: non vede i genitori da quindici anni, dopo essere fuggita per sposare l’uomo dei suoi sogni (che a sua volta scapperà con una cameriera di Starbucks). I vecchietti si fanno vivi dopo quindici anni, vorrebbero conoscere i nipoti che in verità non sono neanche male: la ragazzina approfitta della gita in campagna per girare un documentario, il ragazzino ha aspirazioni da rapper (così dobbiamo ascoltare le sue improvvisazioni in italiano, orrore non previsto dal regista). Torna sugli schermi M. Night Shyamalan, celebrato dopo “Il sesto senso” come il nuovo Steven Spielberg: mai previsione fu più clamorosamente smentita. Dopo gli arzigogoli – ninfe da piscina, apocalissi ecologiche, il villaggio con finti mostri per imprigionare gli abitanti – un film di assoluta semplicità horror. Tranne per il fatto che la ragazzina regista appartiene, come gli spettatori del resto, alla generazione che ha visto il genere sconvolto dall’onnipresenza degli smartphone (bisogna disinnescarli subito, come puntualmente avviene) e dalla rivoluzione avviata prima da “The Blair Witch Project” e poi da “Paranormal Activity”. Non tutto funziona, in “The Visit”, ma almeno il contrasto tra le scene ricostruite per amor di documentario e le riprese della videocamera che meccanicamente registra qualche brivido riesce a procurarlo. E la commedia, unita ai soprassalti anche un po’ schifosi, tiene lontana la noia. Meno guardabile è il ritorno di Alejandro Amenabar – altro ragazzo prodigio dell’horror che negli ultimi tempi aveva perso smalto – con “Regression”. I satanisti anni 90 del Minnesota sono decisamente meno interessanti, e non c’è scena che non sembri riciclata. Emma Watson accusa il padre di orrendi crimini, il detective Ethan Hawke indaga, lo psicologo in cardigan David Thewlis dice “ricorda ricorda” con voce suadente, dopo aver spiegato per filo e per segno la teoria e la pratica del suo mestieraccio.

 

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