POSH

Mariarosa Mancuso

E’ brutto dire “lasciate perdere”. Ma il film l’abbiamo visto. E garantiamo che, per quanto possiate sentir dire, per quanto possiate leggere, per quanto siate affezionati alla regista che aveva diretto “An Education” con Carey Mulligan non riusciamo a trovare parole più gentili.

E’ brutto dire “lasciate perdere”. Ma il film l’abbiamo visto. E garantiamo che, per quanto possiate sentir dire, per quanto possiate leggere, per quanto siate affezionati alla regista che aveva diretto “An Education” con Carey Mulligan non riusciamo a trovare parole più gentili. “Posh” esce dalla fantasia dei titolatori italiani, in originale era “The Riot Club”, come i circoli esclusivi di Oxford o Cambridge. Ricchi studenti spesso sbronzi, con una passione per gli scherzi pesanti, che alla fine del semestre organizzano una cena e sfasciano il ristorante che li ha ospitati, tanto poi papà passa a risarcire i danni. A parte la sfilata di giovani e leggiadri attori britannici in forza a Hollywood di cui bisognerà imparare presto i nomi – Sam Claflin di “Hunger Games”, Max Irons figlio di Jeremy Irons, Douglas Booth che era Sem in “Noah – “Posh” arranca tra precedenti storici in costume, puzze sotto il naso, fidanzate maltrattate, amicizie tradite, sms menzogneri. Attendiamo l’incidente – ci sono segnali dappertutto, ma arriva tardissimo – e quando l’incidente arriva non sembra in grado di reggere il film (meno che mai il messaggio sui privilegi e l’arte di insabbiare i disastri fatti quando si era incendiari in gioventù, in attesa di intraprendere la carriera di notaio nello studio di papà). E’ brutto dire “lasciate perdere” anche a proposito di “Lucy”, diretto da Luc Besson con Scarlett Johansson. Grazie a una droga bluette che le consente di sfruttare il cento per cento del suo cervello, e ormai vedova di un fidanzato che accettava missioni pericolose per mandare avanti lei, la fanciulla diventa intelligentissima, robustissima, versata in ogni arte marziale conosciuta. Quando incontra la sua antenata ominide con lo stesso nome, la guarda negli occhi e sembra commentare “quanta strada abbiamo fatto”. Conviene, se non l’avete già vista su Sky, buttarvi sulla serie “Gomorra”: a tre puntate per volta, esce nei cinema di lunedì. Tornando a casa felici e contenti, anche a voi verrà lo stessa domanda che è venuta a noi. Ma perché i produttori – tutta gente di cinema – non sono così bravi quando producono i loro film? “Abbiamo scelto gli sceneggiatori migliori, i registi migliori, gli attori migliori”, hanno ribadito in un incontro all’Università Cattolica. Lasciando intendere – e non solo ai maligni come noi – che al cinema non sempre succede.

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