BELLUSCONE – UNA STORIA SICILIANA

Mariarosa Mancuso

Raccontare (bene) l’Italia, prima puntata. Notizia da telegiornale locale (e solo Dio sa quanti ce ne siano, in Sicilia, ognuno accompagnato dal suo talk show e dal suo varietà con ballerine grassocce, e i saluti agli amici “ospiti dello stato”).

Raccontare (bene) l’Italia, prima puntata. Notizia da telegiornale locale (e solo Dio sa quanti ce ne siano, in Sicilia, ognuno accompagnato dal suo talk show e dal suo varietà con ballerine grassocce, e i saluti agli amici “ospiti dello stato”): “Pensionato si uccide perché teme di perdere il diritto alla pensione dopo le dimissioni di Berlusconi”. Nella strada tracciata da “Cinico tv”, la voce fuori campo del regista interroga l’impresario Francesco Mira detto Ciccio, e ci fa entrare nel meraviglioso mondo delle feste di piazza. Cantanti neomelodici con magliette troppo strette e capelli impomatati espongono le linee guida per la gioventù: no alla droga, non alla violenza, sulla mafia stiamo riflettendo e vi faremo sapere al più presto. Filologi logorroici del pop citano la canzone degli Squallor “Tocca l’albicocca”. Tatti Sanguineti, sulle tracce di Franco Maresco e del film scomparso – il regista conservava il girato da un fotografo di matrimoni, le coppie invece di vedere il taglio della torta vedevano le pubbliche apparizioni di Berlusconi – dichiara serissimo: “Come insegna il pensiero marxista più classico occorre diffidare sempre del sottoproletariato”. Costruito come uno zibaldone, si mangia Leopardi, Pasolini, Sabina Guzzanti e tutto l’impegnuccio.  

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