THE MILLIONAIRE

Mariarosa Mancuso

    Bombay fu costruita dai portoghesi e dagli inglesi su un gruppetto di isole malariche e il  loro battesimo andava rispettato”. Lo scrive Suketu Mehta, in “Maximum City” (Einaudi), il più bel reportage sulla città degli eccessi (così il sottotitolo, che ripete ostinatamente Bombay, a dispetto dell'induisticamente corretto Mumbai, adottato nel 1995 per tornare “non tanto al passato, quanto a un passato mitizzato, in ogni caso un passato indù”). A Bombay non ancora Mumbai – con gli slum dove poi sorgeranno i grattacieli – comincia la storia dell'orfano Jamal. Assieme al fratello Salim, viene arruolato da un simil-Fagin, molto più crudele del suo antenato dickensiano (e molto più credibile del Pesach che in “Qualcuno con cui correre”, tratto dal romanzo di David Grossman, arruola ragazzi sbandati e musicisti): i mendicanti ciechi guadagnano più degli altri, e le mutilazioni si procurano facilmente. Ritroviamo Jamal in televisione, concorrente del quiz “Chi vuol esser milionario?”. Identico alla versione italiana, tranne che per Gerry Scotti, e per l'abitudine del conduttore locale a insolentire i concorrenti poveri. L'idea che un ragazzo del tè (lavora in uno dei tanti call center di Bombay, ed è bello sapere che dell'Inghilterra, oltre alla lingua e al cricket, ha lasciato in eredità anche il “carrello del tè” reso celebre dalle vignette con l'impiegato Bristow) possa rispondere esattamente a domande difficili, identificando immediatamente il personaggio sui biglietti da cento dollari, gli fa sospettare una truffa. E Jamal si ritrova alla stazione di polizia, brutalmente interrogato. L'idea che la vita gli abbia insegnato le risposte esatte, per una serie di coincidenze o per un destino che si deve compiere, viene da un romanzo di Vikas Swarup, allora funzionario al ministero degli Esteri di Nuova Delhi: con il titolo “Le dodici domande” è uscito da Guanda. Dodici anni dopo “Trainspotting”, l'inglese Danny Boyle – ultimo bel film conosciuto: “Millions”, da dimenticare “Sunshine”, noioso e fastidiosamente New Age  – ne ricava una favola d'amore e di denaro, antica nella sostanza e moderna nella forma spezzettata. Jamal partecipa al quiz per ritrovare Latika, la ragazza dei suoi sogni infantili. Tra 19 milioni di spettatori, qualche speranza per un lieto fine bollywoodiano, tutto canti e danze, dovrebbe esserci.