Quadratino sul pisellino. I Nirvana a processo per "pornografia infantile"
L’ex neonato dell'album "Nevermind" (oggi trentenne) vuole essere risarcito per la copertina che lo ha reso famoso
Si può cambiare idea in ogni momento, non importa quanti anni siano trascorsi dai disdicevoli fatti. Ce lo hanno ripetuto tante volte che conviene abbozzare (chi si sente sempre nel giusto non disdegna la violenza). Variante: vale anche se dei disdicevoli fatti la vittima ha pubblicamente festeggiato svariati anniversari, allo scoccare dei dieci anni, dei venti e dei venticinque? Alla vigilia dei trentesimo anniversario, brusco voltafaccia. Non c’era niente da festeggiare: trattavasi di trauma capace di danneggiare un’intera esistenza: sul piano fisico, educativo ed economico, per tacere della gioia di vivere che sparisce.
Questo sostiene, con una citazione in giudizio depositata l’altro ieri in California, il neonato dei Nirvana, oggi trentenne. A quattro mesi Spencer Elden fu fotografato nudo in piscina, per l’album “Nevermind”. Diventò famoso senza saperlo, per ben più di un quarto d’ora – circa trenta milioni di copie, una delle copertine più riconoscibili di sempre. Si rimise in posa per rifare lo scatto di Kirk Weddle quando i giornali glielo chiesero per festeggiare gli anniversari, in calzoncini da bagno ma senza la banconota da un dollaro attaccata all’amo (nell’originale era stata aggiunta in post-produzione).
Fino all’altro giorno. Fino all’illuminazione: “Orrore! è pornografia infantile, diffusa e commercializzata alle mie spalle”. Così è partita la denuncia contro i membri sopravvissuti della band, contro Courtney Love vedova di Kurt Cobain, contro la casa discografica e contro il fotografo. In tutto sono quindici, da ognuno Spencer Elden vuole un risarcimento di 150 mila dollari, totale 2 milioni e 250 mila). Non male per uno che non ha colto ogni occasione, in questi anni, per farsi ritrarre accanto alla copertina incriminata.
La foto originale mostra il pisello del neonato, il piccolo Spencer tende la manina paffuta verso una banconota da un dollaro. Cosa che, secondo Spencer adulto, suggerisce l’idea di un “sex worker” – sarebbe “prostituto”, ma qui ci becchiamo noi una denuncia, facciamo “lavoratore del sesso”. Speriamo che qualcuno abbia già comprato i diritti per farne un film, offrendo una bella sommetta al modello a sua insaputa (sotto sotto, traspare l’idea: “Tutti hanno fatto i soldi attorno alla maledetta foto e io neanche un dollaro”). Dando una svolta alla moscia stagione cinematografica: il dibattimento sarà uno spasso, il momento in cui la casa discografica regala al piccolo Spencer che ha appena compiuto un anno un disco di platino e un orsacchiotto strapperà applausi a scena aperta (è successo davvero, senza bisogno di sceneggiatori aggiunti).
Altro dettaglio vero, da mettere mentre scorrono i titoli di coda. Da ieri mattina, neanche il Guardian (lo vediamo online, magari su carta sono più coraggiosi) pubblica più la foto del neonato per intero. Sotto l’ombelico il nulla. Qualcuno ha già aggiunto il quadratino nero a protezione del pudore, e riparo dalla censura dei social. I processi popolari sono sempre sommari, in questo caso danno ragione allo Spencer che dice di essersi sentito “come una pornostar”. Un caso di doppia personalità: in un’altra intervista lo stesso Spencer ammette che la foto gli ha aperto molte porte. P. S.: il dollaro era satira preventiva da parte dei Nirvana: avevano appena firmato un ricco contratto, temevano la rabbia dei fan duri e puri.
Contrasti e ambizioni