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Bandiera bianca

Onlyfans e l'incongruo dibattito sul porno etico

Antonio Gurrado

Il sito web censura, ma basterebbe la libera diffusione di contenuti espliciti ovunque per stufarsi di vederli dopo un solo giorno

Si è aperto un incongruo dibattito sul porno etico, dopo che Onlyfans ha annunciato che a partire da ottobre non sarà più possibile pubblicare sulla piattaforma online contenuti sessualmente espliciti. A parte che parlare di porno etico è come vagheggiare lasagne dimagranti, c’è da domandarsi in cosa consista di preciso.

 

Forse nella sottile discriminante della penetrazione, dato che dopo ottobre su Onlyfans sarà comunque possibile caricare immagini di nudo? Forse nelle intenzioni del finanziatore, dato che la censura autunnale si abbatterà su Onlyfans su esplicita richiesta di partner bancari che si vergognano di vedere accostati i propri profitti alla compravendita di materiale hard? Forse nella tacita complicità fra chi guarda e chi viene guardato, dato che vi assicuro ci sono performer sessualmente più esplicite mentre mangiano uno yogurt magro di un’orgia che coinvolgesse l’intera provincia di Sondrio? Mistero.

Ne deduco che il porno etico sia alla fin fine una banale e un po’ codina negazione delle pulsioni e delle curiosità connesse al sesso, della consapevolezza di poter essere morbosi; e ha come unico effetto collaterale, oltre alla bella figura per chi lo pratica, lo spostamento di questo confine in altro luogo, su un’altra piattaforma che se ne gioverà poco eticamente (magari facendo soldi coi medesimi partner bancari). Temo invece che l’unica proposta eticamente sensata in materia sarebbe la libera diffusione di contenuti espliciti ovunque, non solo su Onlyfans ma anche su Facebook, Instagram e TikTok, sulle app di dating e su quelle per trovare lavoro, sui cartelloni pubblicitari e nei manuali di trigonometria, in tv e sul Tuttocittà. Basterebbe un sol giorno per stufarsi e pensare anche ad altro.

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