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traffico e (non) soluzioni
Cari Fratelli d'Italia, il corteo di auto a Roma contro ztl e ciclabili è uno schiaffo alla buona amministrazione. Anche di destra
La sezione romana del principale partito di governo si scaglia contro le biciclette e le politiche per cambiare la mobilità che il comune vorrebbe introdurre. Ma basta analizzare i dati del traffico o chiedere informazioni ai partiti di destra europei o ad alcuni amministratori locali del centrodestra italiano per capire che è un errore
“Ma dove possiamo fare e non facciamo perché in buona sostanza purtroppo non è la natura ma l’uomo è nella terza e più grave di queste piaghe che veramente infama la Sicilia e in particolare Palermo agli occhi del mondo è... è il traffico”, diceva l’avvocato D'Agata, "lo zio" (Paolo Bonacelli), a Dante (Roberto Benigni) in Johnny Stecchino.
Valeva per Palermo allora – e vale ancora, sebbene, almeno nel centro, qualcosa, molto, è cambiato –, vale per Roma oggi. Lo sa bene chi abita a Roma, Chi si ritrova alla guida di un’automobile a percorrere pochi chilometri in molte decine di minuti.
Ciò che valeva allora a Palermo e non vale ora a Roma è la causa di questa piaga: “Troppe macchine! È un traffico tentacolare, vorticoso, che ci impedisce di vivere e ci fa nemici, famigghia contro famigghia, troppe macchine!”. O meglio, varrebbe ancora se si ragionasse sui dati e sull’analisi del traffico. Il problema è che non si ragiona sui dati e sull’analisi del traffico, si cerca di risolvere problemi complessi con soluzioni facili. E facendo così si punta il dito contro chi, almeno in parte, potrebbe essere la soluzione e che certo non è la causa del traffico eccessivo: le biciclette. Non sono le biciclette le responsabili del traffico eppure c’è chi le accusa di esserlo, di rubare spazio e parcheggio, di generare problemi e non soluzioni.
O questo almeno sembrano pensare nella sezione romana di Fratelli d’Italia, che domenica 16 novembre ha organizzato una manifestazione, anzi un corteo di auto che sfilerà da piazzale Luigi Nervi fino a viale della XVII Olimpiade e che attraverserà tutta la città, per dire no alle politiche sulla mobilità del comune di Roma, ossia l’introduzione della “Ztl, le ciclabili inutili, le Zone 30 senza criterio”. In pratica tutte quelle soluzioni che vengono introdotte e utilizzate in tutta Europa e in buona parte del mondo per ridurre il traffico veicolare – e quindi le code in città – aumentando al contempo la sicurezza nelle strade.
Forse, a FdI non hanno pensato che proprio domenica 16 novembre è la Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada, istituita dalle Nazioni Unite. Una coincidenza che però rivela il pressoché totale disinteresse del principale partito di governo, e più in generale dei partiti del centrodestra italiano (almeno nazionale) verso la tematica della mobilità e di tutte quelle soluzioni volte a incrementare la sicurezza stradale che non sia l’incremento delle multe e delle pene (la riforma del codice della strada voluta da Matteo Salvini ne è un esempio lampante).
E sì che gli studi in materia di sicurezza stradale dicono tutti che le principali cause degli incidenti sono velocità e distrazione e che le morti sulle strade sono causate nel 99 per cento dei casi da mezzi a motore: automobili, moto e motorini. Dicono soprattutto che ridurre la velocità massima a 30 chilometri orari diminuisce drasticamente il rischio di morte per un pedone in caso di impatto, con percentuali di sopravvivenza significativamente più alte rispetto ai 50 chilometri; che le città nelle quali la riduzione è stata messa in atto – da Parigi a Bruxelles, da Graz a Bilbao – hanno registrato un significativo calo delle vittime sulla strada, maggiore vivibilità degli spazi pubblici e una percezione di sicurezza superiore tra i residenti; e che le Zone 30 contribuiscono anche a ridurre rumore ed emissioni, rendendo più efficiente la circolazione complessiva, oltre a garantire minore spesa sanitaria e un guadagno in termini economici per la collettività.
Il centrodestra nazionale dovrebbe parlare di questo con quelle amministrazioni – sempre di destra – che hanno introdotto queste misure nelle loro città, tipo Olbia e Treviso. O quanto meno con sindaci, amministratori, politici di centrodestra che in Europa – e ce ne sono molti, dai Paesi Bassi alla Danimarca, dalla Svezia alla Spagna, dal Regno Unito alla Germania – che, già dagli anni Ottanta, hanno iniziato a mettere in atto politiche di buon senso in tema di mobilità. Perché è sbagliato pensare che ciclabili, Zone 30 e Ztl siano politiche portate avanti solo dalla sinistra. Non è così. Non lo è mai stato.
La manifestazione di Fratelli d’Italia è solo una rivendicazione della libertà di movimento che confonde però il diritto alla libertà di muoversi con l’utilizzo dell’automobile privata. Ed è strano che proprio il partito che dice di difendere la sicurezza dei cittadini, contribuisce ad aumentare l’insicurezza nelle strade.