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Ministri in lotta sul motore a scoppio

Redazione

Per Giovannini, vale lo stop del 2035. Per Giorgetti e Cingolani no. Sarebbe utile sapere cosa pensa il governo della più importante partita industriale europea

Qual è la posizione del governo sul bando del motore endotermico nel 2035? Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha detto ieri a Repubblica che “il 2035 è una scadenza su cui c’è la convergenza di tutti”. Anzi, “si è scelta la strada del realismo indicando il 2035 come obiettivo e il 2026 come data intermedia per un chek-up”. Quindi, secondo Giovannini, il governo era ed è favorevole allo stop. Bisognerebbe farlo sapere al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, il quale alla vigilia del Consiglio Ue del 28 giugno dichiarava: “In Europa si sta allargando il fronte dei paesi che preferiscono un passaggio graduale, più moderato; è bello accelerare, ma in politica bisogna saper anche tirare il freno”. Per questo, l’Italia avrebbe chiesto di rinviare la scadenza al 2040.

 

E ancora, intervenendo il 5 luglio all’assemblea Unem, ha rivendicato che “il governo  si è preso la responsabilità di non aderire al patto sull’auto elettrica firmato da molti stati alla COP26 di Glasgow” e che “riteniamo sia necessario proporre alla Commissione europea una revisione del pacchetto ‘Fit for 55’”. Posizioni condivise dal responsabile della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Giovannini sostiene invece che la decisione non è di oggi: “La posizione assunta dal Consiglio ambiente è quella che il Cite aveva espresso il 10 dicembre: lo stop alla vendita di nuove auto con motore a combustione nel 2035”.

 

Ma anche qui c’è un giallo: a valle di quella riunione furono diramati due comunicati. Uno, del Mims, rilanciava la data del 2035. L’altro, di Palazzo Chigi, era  più cauto ed evitava di prendere una posizione. Mentre Cingolani e Giorgetti, avallati dallo stesso premier Draghi, hanno più volte sottolineato che il cardine della transizione non può che essere il principio della neutralità tecnologica, rifiutato da Giovannini. E’ utile conoscere le opinioni dei singoli ministri, ma sarebbe ancora più utile sapere cosa pensa il governo della più importante partita industriale europea. Se possibile, prima del 2035.