(foto di Flickr)

Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

I calendari

Andrea Ballarini

Si avvicina la fine dell’anno e improvvisamente tutti ci dobbiamo occupare dei prossimi dodici mesi. Non fatevi trovare sguarniti di idee trite, grazie alla nostra imperdibile guida

- Detestare quelli che regala il proprio garagista: sono così brutti che appesi in qualunque casa, anche se fosse stata disegnata da Frank Lloyd Wright, la farebbero apparire squallida e depressiva.

 

- Insuperabili quelli tridimensionali dei ristoranti cinesi con il gattino che saluta muovendo convulsamente la zampa: farne i pezzi forti della propria collezione di oggetti camp.

 

- Rievocare con nostalgia quello di Frate Indovino che i parenti abitanti in provincia di Milano tenevano con orgoglio appeso accanto all'ottomana.

 

- Il calendario Pirelli: un must. Vale anche, il calendario Pirelli non è più quello di una volta. Convenirne in entrambi i casi.

 

- Nelle bancarelle per turisti di Roma è un piccolo cult quello dei preti aitanti.

 

- Serbare tra i ricordi più cari della propria giovinezza il calendario del 2000 di Max con Sabrina Ferilli.

 

- L'avvento degli smartphone, che aggiornano automaticamente data e ora, ha segnato il declino del calendario da cabina presso i camionisti. Dissertare a casaccio sui mutamenti del costume determinati dall'evoluzione tecnologica.

 

- Rievocare con divertimento l'ansia che aveva colto molti di noi al paventato approssimarsi del temuto millenium bug, che avrebbe provocato l'impazzimento dei computer di tutto il mondo e la conseguente Apocalisse.

 

- Chiedere a gran voce la pena capitale per chi esponga calendari da scrivania con teneri cuccioli di cane e gatto. Per i bambini-fiore di Ann Geddes: ergastolo.

 

- Osservare con piglio sociologico come, al contrario delle cabine dei camion, dove si sono quasi estinti, i calendari con le donne nude resistano, nonostante l'inevitabile parabola discendente, presso gli elettrauti e le officine meccaniche. Interrogarsi sul perché.

 

- I calendari personalizzati con le foto di sé e dei propri congiunti sono l'estrema frontiera del trash. Convenirne.

 

- Soggetti da aborrire per i calendari: cuccioli di qualsivoglia specie; attori e attrici; atleti; fiori; astri e zodiaco; sé stessi e i propri familiari; dipinti famosi; citazioni con ambizioni umoristiche; citazioni filosofiche; motti dialettali; santi; panorami cittadini; neonati e bambini; nonni; tutti gli altri.

 

- Tenere in bella vista nel proprio ufficio un calendario con i nudi giganti di Helmut Newton per rimarcare la propria posizione di maschio alfa. Irridere.

 

- Poche cose sono in grado di stendere un velo di mestizia su tutto come la sigla di "Almanacco del giorno dopo". Basta sentirne le prime quattro note per avere voglia di mangiare in fretta una minestrina in brodo e di andare a letto anche se sono le dieci della mattina. Convenirne.

 

- Essersi sempre chiesti quale ufficio stabilisse quali santi potessero stare sul calendario e quali invece dovessero finire in panchina.

 

- Ricordare i tempi della propria infanzia allorché si sono espressi forti dubbi alla propria nonna sul fatto che il calendario segnasse le fasi lunari al solo scopo di stabilire quando andare a farsi tagliare i capelli. Essere stati tacciati di ribellismo giovanilistico.

 

- Cercare su internet il calendario mondiale delle fiere sulla cannabis. Dibattere pro e contro.

 

- Le agende brandizzate del nuovo anno: il livello zero del merchandising creativo. Nondimeno farne incetta nella speranza di intercettarne una sufficientemente discreta da poter essere riciclata.

 

- Sto diventando vecchio: la mia assicurazione mi ha spedito metà calendario. (Rodney Dangerfield)

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