Il Natale

Andrea Ballarini

Tra meno di un mese ci risiamo con la festa più importante dell'anno per i credenti e per la società dei consumi. Ognuno affronta il Natale a modo suo: chi lo sopporta in attesa che passi, chi si inebria dello shopping rituale. In ogni caso non si può non parlarne

– Siamo già a Natale.

  

– Come passa il tempo: solo ieri era Pasqua.

  

– Prefigurarsi il delirio degli acquisti e la frenesia del traffico. Esprimere il desiderio di risvegliarsi il 7 gennaio.

  

– Senza neve non è Natale.

   

– Avere abolito i regali qualifica come persone di grande indipendenza di spirito, restie ai compromessi della società consumistica. Spiare con compiacimento gli sguardi d’invidia degli astanti.

    

– Il Natale quest’anno non l’ho sentito per niente. Ogni anno sentirlo meno del precedente.

   

– Le pubblicità dei panettoni e dei pandori sono le stesse anno dopo anno, così hanno finito per diventare loro la vera tradizione.

  

– Detestare tutti i bambini delle pubblicità natalizie senza eccezione.

   

– Sono spariti gli zampognari. Dolersene.

   

– Sono ricomparsi gli zampognari. Rallegrarsene.

   

– Ricordare che Babbo Natale è un’invenzione della Coca-Cola suggerisce una visione laica e disincantata della vita.

  

– Ma Babbo Natale e la Befana hanno una relazione clandestina? E se sì, perché non la ufficializzano invece di continuare ad andare per tetti?

   

– Sostenere l’inopportunità di rivelare troppo presto ai bambini che non è Babbo Natale a portare i regali, affinché non diventino stronzi materialisti prima dell’adolescenza.

   

– A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni, per questo, di solito, si litiga con i familiari: le aspettative sono una iattura.

    

– Ogni anno ripromettersi di mangiare normalmente, quindi lasciarsi travolgere dal cenone di sei ore.

   

– Ogni anno c’è sempre un invitato al cenone che non avete la minima idea chi sia.

  

– Ci sono due grandi partiti: quelli che aprono i regali alla mezzanotte e non un attimo prima e quelli che non resistono e all’antivigilia scartano i pacchi. Poi c’è una minoranza perniciosa che non sa trattenersi e rivela quel che c’è nel pacco.

  

– Per via della crisi le luminarie natalizie cominciano ad assomigliare a decorazioni funebri. Lagnarsene scuotendo la testa e ricordare anni in cui l’intera città era illuminata a festa.

  

– Dopo i pranzi natalizi resta sempre un panettone appena cominciato che poi viene intinto nel tè per la settimana seguente. Dirlo in tono sognante come se si trattasse della madeleine proustiana.

  

– Più che altro è una festa per i bambini, perché se fosse per me…

   

– Riciclare i regali è legittimo, il difficile è sapersi fermare. Per esempio, il set da parmigiano con il tagliere rotondo diviso in sei settori con relativi coltellini è già oltre.

   

– L’albero di Natale è laico, il presepe è confessionale, inoltre fa subito Natale in casa Cupiello.

   

– Il Natale allora sì che era una festa vera/cominciavo ad aspettarlo quattro mesi prima/i regali mi duravano una settimana... (Francesco De Gregori)

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