Beppe Grillo (foto LaPresse)

Le convergenze tra Grillo e Avvenire, i partiti farebbero bene a interrogarsi

Mario Sechi

L'intervista del leader M5s, l'endorsement del direttore Tarquinio, invece di far partire la macchina della propaganda bisognerebbe farsi qualche domanda

San Leone IX

 

L’Avvenire di Grillo. Beppe Grillo ha concesso un’intervista a un quotidiano. Il fondatore del Movimento 5Stelle non ne concede molte, quella pubblicata da Avvenire, giornale della Conferenza episcopale italiana, è interessante per un paio di ragioni: 1. l’attenzione dedicata a Grillo non è casuale, la Chiesa è sempre in ascolto, i vescovi registrano il clima politico; 2. C’è una crescente convergenza tra i temi cari a Papa Francesco e alcune recenti dichiarazioni fatte dai grillini (contro il lavoro la domenica, per esempio); 3. Sulla politica estera la sintonia tra Chiesa e Cinque Stelle è destinata a rafforzarsi; 4. Il reddito di cittadinanza proposto da Grillo – punto chiave del programma politico – è benvenuto e benedetto dalla Chiesa. Lo stesso direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, intervistato dal Corriere della Sera, conferma: “Se guardiamo ai grandi temi (dal lavoro alla lotta alle povertà), nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità”.

E’ un fatto sul quale gli altri partiti dovrebbero interrogarsi, ma in realtà è scattata a razzo la sgangherata macchina della propaganda anti-Grillo che non ha funzionato ieri e non funzionerà né oggi e né domani per un semplice motivo: manca di profondità, si esercita nei tweet, gioca al sorpasso demagogico online, insegue Grillo sul suo terreno, dimenticando una vecchia regola del marketing, i consumatori preferiscono sempre l’originale. Neppure le dure lezioni della Brexit e dell’elezione di Trump sono servite a far cambiare strategia agli avversari di Grillo: demonizzarlo, tirare su il tendone dello spaventificio, mandando in pista mostri, pagliacci e contorsionisti non serve a un fico secco. Perché? Non sanno leggere lo Zeitgeist, lo spirito dei tempi. L’ultimo rapporto di Lorien Consulting sul clima di fiducia in Italia (i dati sono dei primi giorni del mese di aprile) è lo specchio nel quale la politica e il mainstream non riescono a guardarsi. Quali dati? Eccoli:

 

 

La parola “felicità”, questa sconosciuta. L’immaginario degli italiani irradia incertezza, rabbia, paura e frustrazione. E’ il terreno ideale per un partito come il Movimento 5Stelle, ma il problema non è Grillo è la domanda che nasce da un elettorato smarrito che non trova una risposta credibile. Le proiezioni del voto sono come la spia rossa del sommergibile che si accende in fase di immersione. L’ultimo in ordine di tempo, quello di EMG Acqua mandato in onda da La7 ieri, alla domanda sulle preferenze degli elettori dà il seguente risultato:

 

 

La traduzione in seggi alla Camera di queste percentuali è uno scenario dove il partito di Grillo, nonostante un lieve calo, continua ad essere primo:

 

 

E l’unica maggioranza alla Camera è quella “sovranista”:

 

 

Sono numeri che hanno un grande margine di errore, ma indicano un trend e dovrebbero suggerire un cambio di strategia da parte degli avversari del Movimento 5Stelle. Attaccare l’avversario a testa bassa, senza pensare a cosa dire e soprattutto cosa fare, produce un solo brillante risultato: ti spacchi la testa. Leggere i numeri, interpretarli, smetterla di ficcare la testa sotto la sabbia, sarebbe cosa buona e giusta. Quali numeri? Seguite il titolare di List, la cronaca incalza, la realtà avanza, le favole evaporano.

 

I dati Istat, la realtà. Il direttore dell'Istat, Roberto Monducci, stamattina durante le audizioni sul Documento di economia e finanza (Def) di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ne ha snocciolato un paio che sembrano le urla del castello delle streghe:

  • L’11,9% degli italiani nel 2016 vive in famiglie in condizioni "di grave deprivazione materiale". Sono 7,2 milioni di persone;
  • Nella fascia d’età 25-34 anni solo il 60,3% lavora;
  • Nella finanza pubblica, alla voce “investimenti”, nel 2016 si registra un meno 4,5%. E’ il settimo calo consecutivo.

 

Il Fondo monetario e la crescita che non c’è. What else? Un caffè per tirarsi su e poi la lettura dell’outlook del Fondo monetario internazionale. Cosa dice sull’Italia? Quello che il titolare di List sospettava e aveva messo nero su bianco qualche giorno fa sul Foglio: le stime del governo sulla crescita sono consistenti e brillanti come la nebbia. E questo nonostante la crescita mondiale sia robusta. Ecco la tabella riassuntiva:

 

 

Lady Spread e l’Italia. La Germania ha una crescita doppia rispetto a quella dell’Italia, il tasso di disoccupazione più basso dalla riunificazione. In un periodo di tassi d’interesse bassi, l’Italia sta entrando in una spirale di rialzo innescata dall’incertezza politica. Questo passaggio dell’outlook del Fondo monetario è un campanello d’allarme:

 

 

Se ancora non fosse chiaro il concetto, ecco l’andamento dello spread tra Btp e Bund negli ultimi dodici mesi:

  

 

Gelo dei prezzi. Non basta? In marzo i dati sull’inflazione confermano che il rialzo dei prezzi – dovuto in gran parte alla componente energetica – si è raffreddato:

 

 

Il tetto del 2 per cento fissato dalla Banca centrale europea si è di nuovo allontanato. Questo fatto ineludibile ha delle conseguenze notevoli sulla proiezione della crescita italiana e sul debito.

 

Meriti e demeriti. Va tutto bene? Benvenuti su Marte. Il Movimento 5Stelle ha davanti una prateria d’insoddisfazione e la miete al cospetto dell’incapacità mostrata dal governo nel cogliere un momento favorevole dell’economia, forse irripetibile. Grillo nella sua intervista a Avvenire ha detto una cosa vera: “Non esiste una "strategia" per arrivare a Palazzo Chigi. Immagino questo risultato come un auspicabile fenomeno naturale, generato da gente decisa a "scendere sulla terra". Non per merito suo, ma demerito degli altri. Renzi rifletta, c’è ampio materiale per pensare. E cambiare rotta.

 

19 aprile. Elezioni del 1948, risultati: la Democrazia Cristiana batte il Fronte Popolare, ottiene il 48,5% dei voti e 305 seggi.

 

 

Un comizio di Alcide De Gasperi