Angelino Alfano (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti presi dal taccuino di Mario Sechi

La rivolta degli alfanoidi, un capitolo di Guerre Stellari

Mario Sechi

Ecco la crisi di governo minacciata da Ap, in perfetta sincronia per trattare di legge elettorale, alleanze future, posti in lista, insomma la praticaccia della politica

 

Sant'Isidoro di Siviglia

 

La rivolta degli alfanoidi. Alfano dice che il suo movimento non ci sta, il premier Paolo Gentiloni fissa per oggi alle 17.30 un vertice a Palazzo Chigi con i capigruppo di Alternativa popolare (fu Ncd), Maurizio Lupi e Laura Bianconi, per discutere della “deriva a sinistra” del governo. Cose spaziali. La rivolta degli alfanoidi è un capitolo di Guerre Stellari che in effetti mancava a questa legislatura in rigor mortis, ma il generatore automatico di narrazioni fuori dalla realtà ha le pile sempre cariche e oplà, eccoci qua, con la crisi di governo minacciata in inchiostro simpatico, in perfetta sincronia per trattare di legge elettorale, alleanze future, posti in lista, insomma la praticaccia della politica che è cosa concreta e melmosa, ma va mascherata con il broccato degli altissimi conflitti ideali. Dunque ecco spuntare dall’ovale iperlucido dell’Alfano il problema dei voucher à la Camusso, la legittima difesa hard boiled style e tutto quello che spunta all’occorrenza per – Angelino dixit – non sottostare a “ricatti elettorali né essere appesi agli umori di qualcuno”. Qualcuno chi? si chiede il lettore di List. La domanda potrebbe avere mille risposte più o meno invitanti e quasi tutte fuorvianti. Sul taccuino del titolare di List c’è un foglietto ritrovato a Montecitorio, è la soluzione vera del rebus che giunge infine con una serie di complicatissime risposte multiple:

 

  1. Matteo Renzi;
  2. Il figlio di Tiziano Renzi;
  3. L’ex segretario del Pd;
  4. L’ex presidente del Consiglio;
  5. L’ex sindaco di Firenze;
  6. “Stai sereno”.

 

Chi indovina vince un biglietto di andata senza ritorno nella lista di Alfano per le elezioni del 2018.

 

Il numero uno della nostra diplomazia è impegnatissimo in questo gioco, tra i preparativi per il G7 di Taormina, un vertice a Mosca per spiegare al ministro degli esteri di Vladimir Putin, Serghei Lavrov, come va il mondo. Egli carico di responsabilità e sentimento di abnegazione, trova il tempo per dare la sveglia a Gentiloni e far capire a Renzi che non si scappa dagli alti ideali politici incollati alla poltrona. Che si svegli, Paolino, noto “er moviola”, perché Alfano è come i Blues Brothers, è in missione per conto di Dio e deve anche rifare l’ordine mondiale. Molti sarebbero tentati dal commentare: che triste spettacolo! Non dite così, gli intelligenti a prescindere poi vi lanciano in testa lo scolapasta gelosamente custodito nel trolley tipografico e vi appiccicano in fronte il marchio del populista. Pensate allo splendido esito finale di questo tran tran del Belpaese in carrozza: dal 22 novembre del 2005 Angela Merkel è cancelliera della Germania, nella sua carriera al vertice dello stato, ha visto sfilare i seguenti governi italiani: Berlusconi (ter), Romano Prodi (bis), Berlusconi (quater), Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e avanti il prossimo. Sono sette, il prossimo nel 2018 sarà l’ottavo e probabilmente timbrerà il cartellino ancora una volta alla biglietteria della locomotiva Merkel. Auf Wiedersehen!

  

Emiliano ha un Grillo in testa. D’altronde, il canovaccio non prevede ascensioni stratosferiche, siamo sempre nel campo delle storie dell’impossibile raccontate davanti al fiasco in osteria. Così Michele Emiliano afferma di essere pronto a imbarcarsi con i grillini. Lui, che finora ha faticato a trovare i voti per andare alle primarie, dovrebbe essere l’interlocutore di quello che per i sondaggi è l’attuale primo partito italiano, il Movimento 5Stelle. Dal sacro blog non sono ancora giunte reazioni sonore. Attendiamo con ansia l’esibizione d’arte rumorista.

 

La realtà: i conti delle famiglie. Rapporto Istat del quarto trimestre del 2016: “Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito nel quarto trimestre del 2016 dello 0,6 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,5 per cento. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è diminuita di 1,0 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, scendendo all’8,0 per cento”. Non c’è da stappare il prosecco, visto l’andamento dell’ultimo trimestre, ma il dato finale dell’anno è comunque positivo: “Nel 2016 il reddito disponibile è aumentato dell’1,6% e la spesa per consumi finali dell’1,3%, dando luogo a un aumento della propensione al risparmio di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015”. Ecco il quadro riassuntivo elaborato da Istat:

   

 

Trump e Sisi. A proposito di fatti che dovrebbero interessare la nostra diplomazia: ieri Donald Trump ha incontrato alla Casa Bianca il presidente egiziano Sisi. Com’è andata? Trump e Sisi si sono ritrovati senza divergenze e la relazione tra Stati Uniti e Egitto è rafforzata dopo molte incertezze nell’ultimo anno di presidenza Obama. L’Egitto è una delle chiavi per la soluzione della crisi in Libia, perché appoggia il generale Haftar e ha stabilito relazioni d’acciaio con la Russia che ha proiettato la sua influenza su tutta la Cirenaica. Segni di vita dalla Farnesina?

 

4 aprile. Nel 1818 il Congresso adotta la nuova bandiera degli Stati Uniti.

 

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